Come si svernicia un’imbarcazione

Durante l’inverno molti naviganti decidono di tirare in secco la propria unità, il proprio yacht facendo in modo di apportare modifiche e migliorie importanti. Per esempio in inverno, solitamente, ci si dedica alla verniciatura dell’imbarcazione. 

Corrosione delle carene, da cosa è generata?

Esiste una motivazione chimica della corrosione delle carene. Basta capire da cosa è generata per porre rimedio. Un interessante articolo di Nautica.it spiega nel dettaglio il fenomeno della corrosione galvanica che interessa le carene delle barche. 

Gli attrezzi Poliplast per attrezzarsi per l’inverno

In inverno è molto difficile che si esca in barca mentre è facile che si debba mettere la propria imbarcazione nella rimessa, al sicuro dalle intemperie. Poliplast offre soluzioni economiche e resistenti a tutti coloro che vogliono avere sempre un natante a disposizione. 

Naufragio Yogi, le cause della tragedia

naufragio yacht Yogi

naufragio yacht Yogi

Il megayacht francese di 60 metri Yogi è naufragato venerdì scorso al largo delle coste greche dell’isola di Skyros, durante una burrasca forza 8 con onde di oltre 7 metri e vento superiore ai 40 nodi.

Rule 1500, e la sentina non “piange” più

 

 Di solito  anche i marinai più esperti considerano la sentina la zona “oscura” della propria barca.  Sarà per il fatto che, in origine, in questa parte della chiglia le ispezioni e la pulizia venivano eseguite molto raramente dato l’oggettiva  difficoltà di accesso.

Negli antichi velieri poi, la sentina era considerata la parte più infima dove sostare, dato che, oltre al proliferare di colonie di ratti, le infiltrazioni  di acqua salmastra, unite al deterioramento del legno del fasciame, producevano esalazioni nauseabonde anche per gli stomaci più insofferenti al mal di mare.

Navigare con le maree – parte seconda –

Nel precedente post avevamo sottolineato gli aspetti tecnici di come si calcola l’altezza della marea in rapporto ad una carta nautica e come devono essere calcolati i flussi di marea durante l’arco della giornata, al fine di permettere, a chi non conosce molto la navigazione in luoghi soggetti a maree, di poter facilmente apprendere dei sistemi sicuri per poter attraccare in un qualsiasi porto oceanico.

C’è da dire che l’onda di marea, per sua natura, è un moto periodico costituito da ampie masse d’acqua, presente soprattutto negli oceani, nei mari e ni grandissimi laghi continentali.

Occhio alla cambusa, il Botulino è in agguato!

E’ tipo di molti armatori di tenere a bordo una consistente cambusa, anche durante i periodi di inattività della barca, convinti che molti alimenti si possono conservare in eterno come le “dotazioni” di cibo che i sudditi lasciavano nelle tombe dei Faraoni Egizi per consentirgli di compiere il grande viaggio.

In alcuni casi si “dimenticano” delle scatolette di tonno o di carne anche per 3-4 anni in fondo a qualche vano senza mai considerare che il caldo potrebbe deteriorare il contenuto con un proliferare di germi e peggio ancora di batteri. Ce ne sono di vario tipo e natura e gli effetti che provocano possono avere conseguenze anche molto gravi.

Correre sull’acqua, sensazioni forti a “basse” velocità


Si dice che l’adrenalina che si scatena dopo una forte emozione sia benefica per il corpo  e per la mente, ma nella realtà non è poi così facile provare tale sensazioni di natura biochimica. La velocità per molti è una droga per altri solo una prova stupida ed inutile, sta di fatto che nel nostro paese si producono fuori serie da oltre 300 km/h e molti appassionati di motore si recano persino in pista per lanciare il loro mezzo nel rispetto dei limiti di velocità imposti per legge.

La sensazione della velocità però dipende dal mezzo con raggiungiamo il livello ricercato ed anche al mezzo in cui agisce il binomio uomo-macchia. Per un pilota di jet superare i 2000 km orari non è poi così difficile, ma le sensazione della velocità non corrisponde a quella che lo stesso pilota proverebbe se fosse a bordo di una auto-jet che tenta di battere i record di velocità su terra, mentre sfreccia a poco più di 1100 km/h sul classico lago salato.

Acquistare una barca, evitare la truffa – il caso della Rimini Yacht –


In questa seconda parte del post, dedicato ai consigli per evitare brutte sorprese quando si acquista un’imbarcazione, voglio porre l’accento su quello che le magistratura ha definito: una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa nel settore della nautica da diporto: la Rimini Yacht.

La notizie, apparsa su tutti i giornali e televisioni, riguarda le note vicende legate alla Rimini Yacht ed al suo titolare tale Giulio Lolli, resosi irreperibile alle forze dell’ordine, dopo essere stato per alcuni anni uno dei “Big”nel settore della nautica di lusso

Acquistare un barca, evitare la truffa – parte prima –


Con questa serie di post vogliamo dare alcuni consigli pratici, ai futuri neo armatori, al fine di non trovarsi nelle condizioni di essere esposti alle trame dei truffatori professionisti o di dover rischiare di confrontarsi con operatori e cantieri nautici poco seri.

Il sottoscritto, come molti altri colleghi, troppo spesso hanno l’incombenza di difendere, gli ignari armatori/acquirenti, da una pletora di personaggi loschi e disonesti, che si insidiano nelle varie  e rispettabili categorie del settore nautico quali:  Cantieri, Broker, Assicuratori e Dealer .

Barche Usate, il mercato riparte i prezzi no!

Dopo alcuni anni in cui il mercato della nautica da diporto si era praticamente fermato, nell’ultimo trimestre le transazioni commerciali stanno incominciando a ripartire. Una regola fondamentale per i broker è quella che: se si vende il nuovo allora anche le barche usate troveranno, prima o poi, degli acquirenti.

In effetti la ricerca di una barca usata comporta sempre una maggiore ponderazione, rispetto a quella nuova, dato che si è esposti ad un numero elevato di problemi ed incognite riguardanti soprattutto il buono stato di conservazione dell’imbarcazione. Se poi la nostra scelta ricade necessariamente su un modello con oltre venti anni di vita, allora le  precauzioni da prendere sono parecchie.

Ormeggio, la paura delle “Briccole”.


Quando si va in barca, sia che essa sia a vela che a motore, si possono incontrare delle situazioni difficili alle quali è bene saper adeguatamente reagire. L’ormeggio tra le Briccole è certamente una delle manovre che causano maggiori grattacapi  ai diportisti, quasi se questo tipo ancoraggio determini una paura congenita  per il solo fatto di doverlo affrontare.

Le briccole non sono altro che dei pali fissati sul fondo del porto ai quali ci si deve assicurare, generalmente con la prua raramente di poppa, per poter ormeggiare. Questo sistema sostituisce i corpi morti in quelle zone dove a causa dell’elevata eutrofizzazione dell’ambiente marino, diventa impossibile sistemare dei corpi morti con le cime, in quanto queste sarebbero attaccate da microrganismi e mitili che ne impedirebbero l’uso correto.

Ma-Fra Tortuga brill, e la tua barca splende.

Ci sono nuovo prodotti sul mercato degli accessori per la nautica che promettono di rinnovare lo scafo della vostra barca e renderlo praticamente nuovo. Alcuni in realtà sono solo dei prodotti per lucidare, mentre altri invece curano il gel coat togliendo persino i piccoli graffi e le imperfezioni dovute a macchie da agenti esterni.

La Ma-Fra, azienda leader nel settore dei prodotti per la protezione del settore auto, presenta il nuovo Tortuga Brill, prodotto di punta della linea dedicata al settore nautico. Le sue caratteristiche lo rendono particolarmente adatto anche per essere usato dai semplici diportisti senza l’ausilio di particolari applicatori.

Diving Kit Plastimo, “amico” d’immersione.

 

A chi va per mare sarà capitato spesso di dare fondo alla propria ancora in qualche porto dove erano ormeggiate altre imbarcazioni, col rischio di trovarsi incagliati sotto altri “ferri” o catene dei vicini. Se poi vi succede di arare e malauguratamente finite sotto una grossa catena di un peschereccio d’altura alla fonda, allora sono guai.

Questa disavventura può essere facilmente risolvibile se avete a bordo un Diving kit come quello proposto dalla Plastimo, altrimenti dovete fare come il sottoscritto e scendere a 12 metri in apnea per liberarvi dalle maglie della pesante catena.