Dolphin 74 Cruiser, la nuova ammiraglia di Mochi Craft

Mochi Craft presenta la nuova ammiraglia della gamma planante, Dolphin 74 Cruiser, un’imbarcazione funzionale e dalle prestazioni nautiche eccezionali.

Il cantiere forlivese Mochi Craft si è sempre ispirato allo stile lobster, che ci porta indietro nel tempo alle classiche imbarcazioni del Maine usate per la pesca delle aragoste, ma rivisitando il genere all’italiana con interni tipicamente marini.

Don Giovanni, “amante” di tutti i motoryacht.

Ci sono barche  che io amo particolarmente, soprattutto quanto sono “gusci” che hanno un glorioso passato o possono vantare una storia particolare che mi riporta alla mente avventure di mare o di tradizione marinaresca. Sarà forse una questione affettiva o sentimentale, ma certo è che queste barche possono essere considerate dei veri gioielli naviganti.

In particolare negli ultimi tempi mi sono interessato di restauri di scafi commerciali i quali, con ottimi lavori di refittig, sono stati ricondizionati e ricreati per stupire i nuovi e futuri armatori che si potranno vantare di possedere uno yacht di lusso con l’anima.

Maine 640, non solo “Lobster”

Nel progetto del nuovo Maine 640, è stata riposta tutta l’esperienza di chi ha la capacità di costruire navette di vetroresina da molti lustri. Con la nuova ammiraglia della serie Maine vengono ripercorse e ridisegnate tutte le linee guida dell’intera gamma, che da sempre caratterizzano questa tipologia di barche.

Le caratteristiche proprie delle navette come: la solidità costruttiva, la capacità intrinseca di affrontare ogni tipo di mare, i bassi consumi e la grande autonomia in rapporto al dislocamento, fanno di questi scafi  dei veri e propri oggetti di culto,  per chi desidera navigare a lungo ed in tutto il mondo.

Gib’Sea 234, il “piccolo” della famiglia

Non sempre una grande barca deve essere necessariamente uno scafo dalle dimensioni superiori ai 10 metri, perché contenuti tecnici e prestazioni veliche dipendono, soprattutto dalla bontà del progetto e dalla capacità del cantiere di coniugare scelta di materiali e capacità costruttive.

Oggi, che la maggior parte dei grandi cantieri, penalizzati dalla crisi mondiale, stanno riscoprendo i piccoli natanti da crociera, i quali se ben realizzati possono anche soddisfare l’esigenze di molti armatori senza per questo doversi svenare economicamente, sembra strano che la Gibert Marine abbia smesso di produrre proprio una delle barche più ricercate: il Gib’Sea 234.

Azimut 58 Fly, “scafo” d’autore.


Il nuovo Fly da 58 piedi di casa Azimut si è fatto certamente notare, all’ultimo Salone di Genova, soprattutto per un insolito colore verde brillante dello scafo, quasi a voler ribadire la sua diversità rispetto ai modelli precedenti.

Lo scafo presenta delle linee di carena molto aggressive contornate da ampie finestrature, che ora si spostano sempre più verso prua, quasi a voler creare un contatto particolare con l’esterno, mettendo in risalto il lavoro dei progettisti per ottenere una vista suggestiva sul mare da ogni ambiente della barca.

Tofinou 7, una barca d’altri tempi

Quando sono andata al Salone di Cannes, durante il viaggio ho incontrato un signore molto discreto, infatti, furono le scarpe che indossava a confessarmi la sua passione per il mare, un classico paio di mocassini di cuoio coi lacci in cuoio e la suola in gomma. Subito dopo, iniziammo a fare due chiacchiere e mi disse che aveva una “barchetta” di 7 metri costruita dal Cantiere Latitude 46. Capii subito che si doveva trattare di un Tofinou.

Tofinou 7 è una barca a vela veramente bellissima, con uno stile inconfondibile e dal gusto dichiaratamente anni Trenta. Con Latitude 46 è come fare un salto nel passato. Infatti, Philippe Joubert, fondatore del cantiere, ha lanciato una vera e propria moda per il retrò classico, ma nell’arco di 15 anni ha saputo farsi apprezzare anche e soprattutto per la grande cura dedicata alla costruzione delle barche. Oggi vanta un’equipe di 20 artigiani e ben 300 barche in giro per i mari del mondo.

Mattia 52, il catamarano tutto “Italiano”

Da sempre la Francia è la patria dei multiscafi, sia da regata che da crociera, e lì ogni anno escono dai loro cantieri splandite imbarcazioni che navigano in tutto il mondo soprattutto nei carabi e nella Polinesia .

In Italia, al contrario, la tradizione cantieristica era limitata sino ad ora a piccole imbarcazioni per lo più  sportive e da regata. La Mattia, azienda lariana con sede a Dervio,  che  da oltre trenta anni produce catamarani, di recente ha annunciato la nascita del suo primo multiscafo da crociera: il Mattia 52.

Wally Power 118, emozioni ad alta velocità

Design avveniristico, grandi superfici specchiate e materiali high-tech, ecco la cifra stilistica del nuovo Wally Power 118, un vero “purosangue” della nautica.

Ho avuto modo di vedere questo giocattolo in azione e vi posso assicurare che è letteralmente una scheggia. Il desiderio dei progettisti, infatti, era proprio quello di realizzare un Fast Motor Yacht.

Solaris 59, il cutter bello come un “sole”

Solaris 59 CC

Vi sono tante barche prodotte in cantieri italiani che sono note per le loro caratteristiche, peculiarità  e doti indiscutibilmente marinaresche. Il Solaris 59 è centemente una di queste. Il progetto nasce dalla firma di Dug Perteson, progettista noto in tutto il mondo per aver disegnato scafi bellissimi e vincenti.

Il Solaris 59 che ho avuto la fortuna di  provae è un’imbarcazione che coniuga splendidamente  lusso e sportività, senza venire meno  a quelli doti di robustezza e solidità che ne fanno un giramondo per eccellenza. La coperta è dotata di ogni tipo di accessorio, dal Vang idraulico, winches elettrici,tavolo del pozzetto a scomparsa ed azionato da comando idraulico, paterazzo  anch’esso idraulico, insomma una serie infinita di sistemi che facilitano la conduzione anche con equipaggio ridotto.

Gobbi 225 S, la piccola peste corre ancora

Gobbi 225 S

Ci sono barche che per ognuno di noi rappresentano della pietre miliari per la nostra storia nautica. 

Il Gobbi 225 S, marchio che oggi non esiste più dato che è stato assorbito da un grande gruppo, era certamente un motoscafo poteva soddisfare l’esigenze di un’utenza che ricercava la competenza come parametro di acquisto di un daly cruiser  unitamente al suo design innovativo e per certi versi rivoluzionario per l’epoca.

Technema 75, il mare visto da Rizzardi

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Grande spazio e linee filanti anche se non eccessivamente tirate fanno del Technema 75 una barca molto ben disegnata e di gran classe, dove la cura del dettaglio ed i materiali di pregio sono il segno caratteristico del cantiere Rizzardi che da sempre realizza capolavori nel settore della nautica da diporto.

La carena a V profonda monoedrica con deadrise di 13° con linee d’acqua che uniscono buona tenuta sulle onde con elevate prestazioni. La struttura è costruita con tre strati impregnati con resina vinilestere e zone di rinforzo strutturale sia longitudinale che trasversale resinata dopo la prima stampata.

Bavaria 28 sport, grinta da vendere

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Quando si lavora nel settore della nautica da diporto si crede di aver provato di tutto e quindi è assai difficile farsi entusiasmare per una barca, ma quando ciò accade le sorprese sono sempre molto ben accette.

Il nuovo Bavaria Sport 28 certamente è una barca che può vantare caratteristiche uniche per la sua categoria e mi ha impressionato positivamente.

Dufour 325, il piccolo per il “Grand Large”

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Il più piccolo della gamma Grand Large è stato studiato per fornire ottime doti di navigabilità e buoni spazi sottocoperta anche in soli 10 metri. Sotto l’attenta supervisione del celebre duo Felci&Roseo lo scafo risulta molto ben equilibrato con linee di carena di tipo sportivo, senza però esagerare con la ricerca della lunghezza al galleggiamento.

Esternamente il Dufour 325 ha le stesse impostazioni dei fratelli maggiori con un notevole baglio massimo posto nella zona poppiera, così da garantire sempre un’ottima stabilità di forma ed una notevole abitabilità sottocoperta.

SLY 42, la forza della semplicità

Sly42

Disegnato dallo staff dello studio Lostuzzi riprende le linee innovative già viste nel modello precedente del cantiere, senza considerare i regolamenti di stazza che impongono assurde impostazioni progettuali.

Nasce così una barca molto elegante, molto bilanciata, ben proporzionata ed in grado di offrire prestazioni entusiasmanti in tutte le andature e condizioni di vento. La semplicità del progetto si traduce in linee di carena con opera viva abbastanza stretta con murate leggermente svasate, mentre il baglio massimo è posto appena dopo la mezzaria dello scafo verso poppa. La tuga,  molto bassa e rastremata verso prua, si integra perfettamente con la coperta semplice e sgombra da ogni manovra. Molto elegante la falchetta in legno che si riduce di dimensioni man mano che scende verso poppa.