Stitch&Glue, come costruire uno scafo col metodo del cuci e incolla – 2

stitch-glue-canoaProseguiamo il nostro interessante percorso iniziato ieri nel mondo del Stitch&Glue. Dopo aver annegato nella resina le cuciture, in pratica dobbiamo incollare le paratie e gli elementi strutturali che servono ad irrigidire lo scafo, preparandolo alla laminazione che verrà effettuata dopo che lo stesso è stato capovolto.

Le operazioni di incollaggio si eseguono operando con pazienza, ma anche in modo “andante con brio”: si usa una miscela di resina epossidica addensata con miscele aggiuntive per incollare i bordi, quindi per effettuare il cordolo, bagnando preventivamente la parte da incollare. Questo permetterà di asportare lo strato superficile di polvere, di dilatare le fibre del legno e di penetrare alla resina tra di esse, restitueendo un’insieme più solido quando si sarà asciugato.

Stitch&Glue, come costruire uno scafo col metodo del cuci e incolla – 1

Stitch&Glue-1Per cominciare a dare uno sguardo al panorama delle imbarcazioni diciamo “fatte in casa”, analizziamo i vari metodi di costruzione degli scafi partendo forse dal più famoso, ovvero più semplice cuci e incolla, sviluppato negli ultimi anni e molto adottato dai costruttori in erba a causa della sua semplicità realizzativa.

Con questo metodo, utilizzato in Inghilterra per la prima volta, si riescono a realizzare scafi fino a una ventina di piedi, con ottime caratteristiche di leggerezza e solidità. Il metodo è davvero semplice, e consiste almeno concettualmente nell’incollare i vari pezzi che compongono lo scafo pre-cucendoli con un filo di rame e incollandoli quindi con la resina epossidica.

Come regolare l’albero della vostra barca

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La regolazione di un albero, frazionato o no, con crocette acquartierate, cioè inclinate verso poppa non è assolutamente un’operazione facile da eseguire. Su questo tipo di armo, molto diffuso nella maggior parte delle barche da crociera, non essendo previste sartie volanti la tensione dello strallo viene impressa inevitabilmente dalle sartie alte e, in misura minore, dal paretazzo.

Ovviamente una volta compresa la sequenza corretta delle operazioni di regolazione sarà più facile poter sistemare ogni tipo di albero ed armo con le stesse modalità di base. Lo scopo principale è quello di avere la testa d’albero al centro barca in senso trasversale e così deve essere per ogni attacco di ogni coppia di crocette che devono essere centrate sulla mezzaria longitudinale al centro dello scafo. Durante la fase di regolazione è altresì importante di raggiungere il giusto “aggolettamento”, ossia l’inclinazione dell’albero in senso poppa- prua.

Costruirsi la barca: come, quando e perché – parte 3

Costruire barcaAvendo navigato un pò per i siti che contengono i piani di costruzione, dovremmo adesso deciderci per scegliere quantomeno la tipologia di imbarcazione che vorremmo costruire. Intanto pensiamo a dove realizzare il nostro cantiere, garage, tettoia o serra (non un serra propriamente da giardino, ma qualcosa di simile che quindi possa contenere la nostra barca, e fornirle e fornirci un riparo nei mesi invernali), tenendo conto che dovremmo avere almeno un metro o meglio due per ogni lato, in modo da muoverci agevolmente.

Trovato un rifugio, potremo organizzarci per la scelta. Sui siti che ho segnalato è possibile avere di massima un’idea di ciò che sarà la nostra imbarcazione. Che si tratti di deriva o cabinato o barca da regata, ogni progetto è da valutare bene, poiché una volta intrapreso si dovrebbe ultimare (si spera, nonostante non sia bassa la percentuale di chi acquista piani e non termina neanche lo scafo).

Cucinare in barca, fantasie da chef

La Cucina della barca

Molti pensano che cucinare in barca sia una cosa facile e divertente, altri pensano che sia una cosa impossibile e c’è poi chi, come il Prof. Marino Malissano esimio nutrizionista, vi “terrorizza” affermando:

Cucinare in barca non è un’impresa facile scordatevi le comodità di casa, perchè non è possibile preparare piatti sofisticati od elaborati dati gli spazi ristretti, con un frigo piccolo e la mancanza di luoghi idonei dove conservare la cambusa ed i cibi freschi.

Nella realtà, come sempre, la verità sta nel mezzo e per esperienza diretta, anche in navigazioni oceaniche, posso garantire che su ogni barca è possibile preparare piatti gustosi, succulenti da fare invidia a molti Chef de Rang. Al massimo è il servizio che lascia a desiderare visto che nella stragrande maggioranza delle barche non vi sono piatti di porcellana, calici di Boemia e posate d’argento.

Costruirsi la barca: come, quando e perché – parte 2

piani-barcaQuesta seconda puntata di “Come costruirsi la barca: come, quando e perché” vuole fornire le giuste indicazioni su dove reperire i progetti, e come farsi inoltre quattro conti per non rimanere a metà dell’opera con il conto in banca scoperto.

Partiamo dal presupposto che scegliere un progetto è quasi come scegliere la barca finita, quindi prestando attenzione a ogni dettaglio, ogni minimo particolare che possa farci orientare verso quella piuttosto che quell’altra scelta. La differenza, però, sta nel fatto che nel caso di una barca bella e pronta, possiamo verificarne ogni parte toccando con mano, nel nostro invece dovremmo lavorare fortemente d’immaginazione.

Spinnaker, consigli per l’uso

spinnakerLo Spinnaker era in origine una vela studiata per le regate ed il suo modo d’impiego rimane legato alla sua primordiale vocazione. Vela aristocratica, essa non si affida a manovre accessorie e non sopporta d’aspettare, tanto che deve essere issata subito pena la ribellione della “caramella”.

I detrattori la definiscono capricciosa ed ostica, ma in realtà ha solo manie di “grandezza” e non ammette mezze misure. Molto sensibile, sviene facilmente alle grandi emozioni dei suoi spasimanti. Le sue regolazioni durante la navigazione sono molto difficili e soprattutto nelle virate di poppa vengono costantemente analizzate.

Costruirsi la barca: come, quando e perché – parte 1

autocostruzione-barca-1In Italia siamo un popolo di navigatori, nonostante solo pochi abbiano la capacità, la volontà e anche la possibilità economica di andare in mare pilotandone una. Per fortuna siamo anche in popolo di tuttologi, ed è proprio questa la caratteristica che ci rende poliedrici, e permette a volte l’impossibile.

Così come volare è un sogno che viene alimentato sin da piccoli, il progetto di costruirsi una barca può venire fuori in età adulta. Vuoi per la difficoltà oggettiva a maneggiare fogli di compensato diverse volte più grandi di noi stessi, vuoi per l’impossibilità a procurarselo.

“Abitare la barca”, Concept Award per studenti universitari

abitare-la-barcaPartirà il 10 febbraio 2010 l’ottava Rassegna Internazionale – Tecnologie, Subfornitura e Design per imbarcazioni, yacht e navi, che si svolgerà a Carrara.

Un appuntamento ricco, che vedrà tra le altre cose lo svolgimento di un concorso che è ormai giunto alla quarta edizione: il Concept Award “Abitare la barca”. Si tratta di un concorso estemporaneo, riservato agli studenti della Facoltà di Disegno Industriale, Ingegneria Nautica e Architettura, che dovranno cimentarsi dal vivo nei giorni del 10 e 11 febbraio progettando un’imbarcazione che contenga determinate caratteristiche.

Sailing Maker, un simulatore di vela dinamico

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Per apprendere le fondamenta della vela occorrono come minimo una barca a vela e, naturalmente, il mare. L’ovvietà di questa affermazione non può che essere confermata dai più, nonostante vi sia un’eccezione. Non tanto per la vela, quanto per il secondo elemento: il mare.

La pensa così Sergio Pariscenti, 51 anni, cremasco, istruttore FIV (la Federazione sportiva nazionale che coordina e gestisce totalmente l’attività velica in Italia), a cui è venuta l’idea di Sailing Maker, primo simulatore dinamico per l’apprendimento della vela.

Gatorade e Utopia, il concorso che porta alla Barcolana

Gatorade Utopia

Partecipare alla Barcolana 2009, una delle più importanti regate d’Italia con un seguito, ogni anno, di circa 100 mila appassionati di tutti i generi, direttamente a bordo dell’imbarcazione Luni Blues/Gatorade oggi è possibile.

Ciò grazie all’iniziativa messa in piedi da Gatorade e la scuola di vela Utopia, che regalano gli iscritti ai corsi di vela estivi e alle Vacanze Blu l’opportunità di partecipare in prima persona all’evento al fianco dell’equipaggio Utopia Regatta Team.

Una vela è per sempre

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Se quest’estate siete in vena romantica e volete fare un regalo che sorprenda e soprattuto lasci il segno, beh regalare un corso di vela non sarebbe male. Se siete in Liguria e Toscana meglio ancora, visto che i corsi si svolgono tra Genova, La Spezia e Livorno. Ad organizzarli è Elation, azienda del settore dell’Experience Gift (giri in Ferrari o in Formula 1, e carinerie simili).

Il corso, che si propone di trasmettere i fondamenti della navigazione in barca a vela, è destinato a 4, massimo 8, persone per imbarcazione e si svolge da marzo a dicembre.

MYD, Yacht design da passione a professione

MYD

E’ il sogno di molti designer, o di chi ha avviato la propria carriera nel mondo della nautica da diporto. Fa impazzire i curiosi e i profani, e per anni era un mistero o meglio un’arte praticata nei migliori studi di design, architettura e ingegneria. Stiamo parlando della progettazione del design degli Yacht.

Alla forte domanda di formazione del settore ha risposto il Politecnico di Milano, che con la sua Facoltà di Design insieme all’Università degli Studi di Genova e POLI.Design ha lanciato da un decennio il MYD, ovvero il Master universitario in Yacht Design.