Precedenza, in mare è diverso

Chi si accinge ad acquistare o a manovrare in qualche modo una piccola imbarcazione, specialmente a motore, spesso sconosce le regole di precedenza che in mare sono abbastanza diverse rispetto che in strada, sulla terraferma.

Per prevenire gli abbordi in mare sono da fissare alcuni concetti di base, abbastanza semplici. Prima di tutto dobbiamo sapere che le barche che navigano a vela hanno la precedenza su quelle che navigano a motore. Non basta infatti che la barca abbia fisicamente le vele per avere la precedenza in ogni caso – può sembrare ovvio, ma non per tutti – ma deve navigare con le vele al vento.

Come vestirsi su una deriva: il minimo indispensabile – parte 2

deriva-abbigliamentoProseguiamo con questa piccola rassegna sul vestiario che è sempre meglio adottare quando si va su una deriva, e in generale quando si fa vela, sia per imparare che per passione o per sport. Le parti più esposte, abbiamo detto, sono le mani, i piedi e la testa. Vediamo come proteggerli.

Le mani vanno protette dai guanti, ovvio. Per diversi motivi, già meno ovvio. Se il cordame è di piccolo diametro – specialmente coi materiali sintetici – avere mani scivolose vuol dire perdersi le cime, ma anche trovarsi con i palmi delle mani ustionati nel peggiore dei casi. Tutte le manovre sono eseguite con le mani, per cui il grip deve essere sempre al massimo, specialmente in caso id vento forte, dove le tensioni aumentano e, se ci pensate bene, tutta la forza della natura è in sottile equilibrio con la vostra tramite i punti di contatto che sono proprio le mani.

Zattera di salvataggio: meglio noleggiarla

zattera-salvataggioUna notizia che farà la felicità di quanti, lupi di mare per una notte… ehm, per un mese o al massimo un paio di mesi l’anno, con le nuove norme sulla sicurezza debbono avere a bordo la zattera di salvataggio se navigano entro le 12 miglia nautiche – il decreto è quello del 2 marzo 2009.

Il gruppo Baldassarri, distributore tra l’altro di Callegari, ha pensato di favorire coloro che utilizzano la barca solo per un determinato periodo, per cui il costo della zattera di salvataggio non è economicamente sostenibile. Ma non si tratta solo del costo vivo per l’acquisto della zattera, quanto per le spese di revisione della stessa, che ogni due anni è obbligatorio sostenere – la prima in verità dopo 36 mesi, le successive ogni 24 – altrimenti è lo stesso di non averla, con tutte le conseguenze del caso.

Salpa àncora, verticale è meglio

salpa-ancora-verticale-elettrico-per-barche-201014

 

Un tempo, quando le navi non disponevano di argani elettrici o mossi da sistemi idraulici, salpare l’àncora era un’operazione complessa, faticosa ed alle volte rischiosa.  Venivano utilizzati non meno di una dozzina di uomini che spingevano a braccia un argano sul quale veniva avvolta una grossa gomena od una pesante catena, secondo del tipo di nave o veliero.

Se l’operazione non era perfettamente coordinata il rischio era quello di perdere la presa con la conseguente discesa libera della gomena che poteva causare danni allo scafo ed all’equipaggio.

La TV via satellite in barca, con Intellian i2

intellian-i2La TV satellitare in barca, specialmente per le piccole imbarcazioni, può essere uno di quegli optional che magari sanno di superfluo. Non è della stessa opinione Intellian, leader mondiale nelle antenne satellitari marine, che ha presentato al Salone di Genova un’antenna progettata tenendo conto delle esigenze delle barche di lunghezza minore di 25 piedi.

Intellian i2 è un’antenna satellitare compatibile con la maggior parte dei canali di broadcasting internazionali, e assicura la tenuta del segnale anche in condizioni di mare agitato. In effetti, la principale differenza delle antenne sat per uso nautico rispetto a quelle ad uso terrestre, è la capacità dell’antenna di rimanere posizonata sullo stesso satellite in condizioni di movimento. Intellian i2 promette di mantenere l’inclinazione giusta per un range di 60° al secondo, con un’elevazione massima compresa tra 10° e 80°.

Gettare l’ancora sì, ma quale?

Ancora Ammiragliato

Tutti i  navigatori o marinai , sin dall’antichità, hanno potuto sperimentare le difficoltà che s’incontrano quando si deve ancorare la propria nave o imbarcazione.

La scelta del tipo di ancora ideale, per una sosta sicura, non è mai stata una cosa semplice, dato che la maggior parte delle volte  non è conosciuto il tipo di fondale che c’è sotto la nostra chiglia.

Genport PEFMC, la pila a idrogeno quando serve

genport-PEMFCGenport è una società che si occupa di energie alternative, nata dalla volontà di un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano di immettere sul mercato sistemi funzionali, affidabili, e soprattutto tecnologicamente avanzati. In un panorama mondiale dominato quasi esclusivamente da multinazionali internazionali, una realtà tutta italiana che opera in tale ambito è sicuramente un’impresa lodevole.

C’è da dire anche che le pila a combustibile hanno superato ormai la fase id prototipo industriale, per cui si rivelano già una tecnologia matura, che aspetta solo di fare grandi numeri per abbassare sensibilmente il costo. L’approvviggionamento di idrogeno, che NON è una fonte di energia come il petrolio o il metano ma solo un vettore di essa, potrebbe essere un pò problematico, ma le stesse aziende produttrici di pile – così come Genport – sono le stesse fornitrici del gas.

Passascafo, il piccolo grande particolare

tubo-passascafo-per-barche-
Moltissimi armatori non sanno che cosa sia ed a cosa serva, altri non si preoccupano mai della sua manutenzione, mentre pochi conoscono l’importanza di questo piccolo particolare: il Passascafo

La sua funzione  principale è quella di congiungere la presa a mare, cioè la valvola di carico o scarico dell’acqua di mare, con lo scafo della barca.

Lavasgtoviglie a bordo, i piatti te li lava lei

lavastoviglie-per-barche
Se c’è una cosa che proprio non amo fare è quella di lavare i piatti. Fortunatamente a casa c’è la lavastoviglie e quindi la maggior parte della volte lo “sporco” lavoro lo svolge questo fantastico elettrodomestico. Al contrario la maggior parte delle barche su cui navigo non possiedono una lavapiatti automatica, sia per questioni di costi, che per dimensioni, pertanto alcune volte mi capita ancora di dovermi dedicare a tale incombenza.

I modelli di lavastoviglie che possono essere installati a bordo sono di diversi tipi ma generalmente, sono di dimensioni ridotte e peso contenuto, ed al massimo possono avere una capienza di 5/6 coperti, numero che rappresenta, tra l’altro, l’equipaggio medio imbarcato.

Pan Pan Medico a Bordo, il libro di Verna

panpanmedicoabordo
Ieri 2 dicembre è stato presentato presso la sede dell’Orza Minore di Monza, il libro di Umberto Verna “Pan Pan Medico a Bordo“. L’autore è un noto istruttore di vela professionista, che da anni si occupa di sicurezza in mare.

Il libro nasce con l’obbiettivo di fornire un manuale pratico e di facile consultazione per gestire quelle piccole o grandi emergenze, di carattere sanitario, che possono accadere durante una crociera od una semplice uscita in barca.

Ice Maker, la fabbrica del ghiaccio a bordo

Ice maker

Lo devo ammettere, non riesco a bere una bevanda “calda” senza ghiaccio. Il magico cubetto in una bibita od anche solo in un bicchiere d’acqua, durante le afose giornate estive, riesce a darti quella frescura in più, che la sola permanenza in frigo non  può certo offrire. Se poi devi accompagnare un piatto di pesce con una ottima bottiglia magari di Funtanaliras, beh allora un secchiello porta vino, riempito con ghiaccio e sale, non può proprio mancare sulla mia tavola. Sarà una piccola mania, che deriva dai numerosi viaggi e soggiorni in USA dove il ghiaccio viene sempre aggiunto ad ogni bevanda sia analcolica che alcolica, ma non vi posso proprio rinunciare.

Normalmente la barche con cui navigo non hanno la possibilità di avere a bordo un ice maker per produrre cubetti a volontà, ma se ho la fortuna di avere un ingaggio su un grande yacht, dotato di tutti i confort compresa “la fabbrica del ghiaccio”, allora il lavoro e la mia cura per la “catena di montaggio” del freddo è totale.

Air-X Marine, energia dal vento

Air-X-MarineIn tema di nautica tradizionale, nello specifico quella a vela, con l’avvento di tecnologie sempre più electronic-oriented si è affermata la necessità di avere a disposizione energia elettrica che un pò stride con il concetto di rinnovabilità della barca a vela.

Se infatti questa è mossa dal vento, tutto ciò che viene usato sottocoperta, ma anche sopra, è alimentato dalle batterie, o da un generatore in ogni caso. La più sfruttabile fonte rinnovabile a mare, tralasciando i pannelli fotovoltaici che in una barca a vela non si saprebbe proprio dove sistemarli a causa dell’ampia superficie velica che proietterebbe ombre sui pannelli, diminuendone drasticamente il rendimento, è proprio il vento.

Umidità a bordo? DDH 10-1, una soluzione per piccole imbarcazioni

ddh-10-1Per combattere gli alti livelli di umidità a bordo, dannosi per tutta una serie di fattori legati in primis alla salute, alle colture batteriche che involontariamente si alimentano, all’ossidazione dei metalli e non ultima alla durata dei tessuti di rivestimento delle nostre amate barche, esistono diverse soluzioni.

Le più diffuse forse comprendono le stufette a olio che riscaldando l’aria permettono una evaporazione della quantità di acqua in essa presente, fornendo però un apporto di calore all’ambiente che non è sempre gradito (come, ad esempio, in estate), e mettendo a repentaglio la salute per i residui della combustione nonché per i pericoli di incendio che generano.

Dissalatori, acqua pura a volontà

Dissalatore

Chi va per mare sa quanto è importante disporre di una buona riserva d’acqua dolce. Le barche moderne sono dotate di capienti serbatoi, ma se si naviga per giorni e giorni, soprattutto d’estate, può capitare che le riserve d’acqua si esauriscano in fretta.

Personalmente cerco sempre di far capire, alle persone che imbarco o con le quali navigo, che è molto importante razionare l’uso dell’acqua, visto che non è sempre facile nè comodo rifornirsi.  Basta un attimo di disattenzione ed un rubinetto aperto per sprecare 40/50 litri in pochi minuti; se poi ci si fa la doccia come a casa, lasciando scorrere sempre l’acqua, in pochi giorni si esauriscono le riserve. Per evitare i problemi di approvvigionamento d’acqua dolce molti cantieri, già da parecchi anni, offrono ai loro clienti impianti dissalatori ad osmosi inversa.