Da Jabsco un gabinetto comodo comodo

WC-SUPER-LOOParlando di igiene a bordo, sappiamo quanti litri di acqua vengono sprecati a causa di ospiti sprovveduti o poco esperti di mare, che ad ogni minimo “problema” corrono per il bagno.

A parte gli antichi consigli – quello di far pipì fuoribordo e sottovento, per intenderci – quando però il bagno serve, non ci sono molte alternative. Se siete su uno yacht di 20 o più metri magari neanche vi ponete il problema, ma su un piccolo cabinato a dimensioni più umane il risparmio di acqua è fondamentale.

Rifare il ponte in teak, occhio alle doghe!

Coperta in Teak

Chi compra una barca nuova od usata con le rifiniture ed il ponte in teak apprezza il fatto di possedere un oggetto abbellito da un legno di pregio. Di solito i cantieri costruttori, quelli seri e con un certo blasone, utilizzano sempre teak di pregio per rifinire la coperta ed il pozzetto.

Purtroppo il teak, seppur di buona qualità, col passare degli anni subisce un inevitabile deterioramento che a lungo andare comporta la totale sostituzione con  nuovo legno od altri materiali.

Navigare in solitario – parte prima

Navigare in Solitario

Per chi va per mare in generale la propria barca è come una piccola isola dove vivere e trascorrere alcuni periodi, per i navigatori solitati diviene il loro micromondo in cui tutto è lì, confinato all’interno del perimetro delimitato dalle battagliole e draglie.

La barca di un navigatore solitario giramondo la riconosci immediatamente dal fatto che sulla tuga c’è di tutto: bicicletta, taniche, pannelli solari, generatori eolici, ecc. fanno da contorno agli effetti personali che vengono stesi all’aria durane le soste nei porti.

Navigare di notte, certe volte è meglio

notte a vela

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Il buio ad alcuni fa paura, se poi ci si trova in mare allora le cose possono complicarsi soprattutto se non si è preparati ad affrontare questa situazione. Personalmente non ho mai sofferto la mancanza di luce, anzi in certe situazioni preferisco navigare dal tramonto all’alba piuttosto che macinare miglia su  miglia sotto un caldo afoso.

Se poi devo atterrare in un porto che non conosco preferisco arrivare col buio piuttosto che di giorno, dato che i fari e le luci di via all’ingresso della diga foranea, sono dei punti di riferimento certi e quindi gli allineamenti e le procedure di avvicinamento, se seguite con scrupolo, garantiscono ingresso sicuro ed alle volte molto più facile che di giorno.

Timone a vento, per chi vuole navigare molto

Timone a vento 2

 

Sulle barche degli anni settanta/ottanta si vedevano spesso, anche su piccoli cabinati, i piloti automatici comandati dal vento, il cosiddetto timone a vento. Oggi con i dispositivi elettronici e l’uso del GPS, i piloti automatici fungono anche da pilota a vento grazie al fatto che un trasduttore sul pilota automatico è capace di mantenere la rotta in base al variare della direzione del vento.

I piloti elettrici, detti piloti automatici o autopiloti, hanno il vantaggio di funzionare anche in assenza di vento, ma consumano elettricità e quindi per lunghe traversate non sono consigliati almeno che non si voglia accendere il motore o il generatore.

Ormeggiare in bancina, con il mollone si evitano “rotture”

Molle da ormeggio
Molte volte è più rischioso ormeggiare la barca nel nostro posto della marina che affrontare una burrasca in mare aperto. Le statistiche parlano chiaro: oltre il 60% degli incidenti alle barche avviene nell’ambito dell’area portuale, sia in fase di attracco e disattracco che durante la sosta “incustodita” del nostro scafo.

Se nel primo caso, solo l’abilità e l’esperienza del timoniere può scongiurare incidenti o guai vari, nel secondo caso una buona tecnica per ormeggiare in banchina è fondamentale. Molti sono convinti che più cime si utilizzano, per serrare la barca alle bitte, meglio  è . In realtà bastano poche regole ed utilizzare solo le cime necessarie, per garantire un sosta sicura anche se dovesse aumentare la risacca e rinforzare il vento all’interno dello specchio d’acqua del porto.

Passerella in barca, dove metterla?

Passerelle per barche

 

Quando si attracca in un porto o al pontile di una marina la maggior parte delle volte per poter sbarcare si è costretti a fare delle vere e proprie gare di salto in lungo, con tutti i rischi e le conseguenze in caso di errore nel sottostimare l’esatta distanza del “jamp”.

Molti armatori dotano le loro barche di comode passerelle, mentre altri proprio non ne vogliono sapere di utilizzare questo accessorio, perché a loro dire lo strumento è assai ingombrante e scomodo da stivare in navigazione.

LightPower, da Solbian i moduli fotovoltaici flessibili

SoldiniFino a una manciata di anni fa era solo un sogno quello dei pannelli fotovoltaici flessibili. Vado a memoria, ma mi ricordo che la ST Microelectronics stava lavorando ad un progetto simile, in Francia, ma giusto come primo approccio a questa tecnologia.

Trovarseli già sul mercato, oggi, è proprio una bella soddisfazione. Li commercializza la Solbian, e oltre ad essere dotati di una tecnologia avanzata, sono anche a buon prezzo. Il prezzo che un acquirente riesce a spuntare contattando direttamente la Solbian – dal loro sito internet – è infatti di 10 Euro x Wp (watt di picco), quindi le due versioni proposte verrebbero a costare 370 Euro – versione da 37 Wp – oppure 740 Euro – versione da 74 Wp.

Lampade a led, quando la parola d’ordine è: risparmio!

barca-lampade-ledL’illuminazione artificiale è una delle voci che incide maggiormente sulla disponibilità energetica di una barca. Le lampade a incandescenza, o alogene, sono un’esauribile fonte di calore, oltre che di fotoni, per cui non sono certo al passo coi tempi. Tempi di crisi, di risparmio non solo energetico ma anche monetario.

Vediamo quanto si può risparmiare installando al posto delle vecchie lampade, quelle che fino a poco tempo fa erano appannaggio di superappassionati di elettronica che si divertivano a stupire gli amici con i led jumbo – costosissimi e ingombranti – tempi troppo prematuri per pensare a qualche applicazone seria. Parlo delle lampade a led – se non si era capito – piccoli semiconduttori capaci di emettere una luce bianchissima e straordinariamente potente con poca energia.

Schenker, acqua dolce acqua a batteria

schema-dissalatore-schenkerQuanti hanno una barca, piccola o grande che sia, sanno quanto è importante una riserva di acqua dolce a bordo. Oltre al fabbisogno organico, anche un pò di igiene personale – ogni tanto – male non fa.

Specialmente se si imbarcano amici o parenti, che non sanno cosa vuol dire risparmiare a bordo, diventa quasi impossibile resistere per tutta la durata della navigazione. Le soluzioni sono due, anzi tre: o riempirsi di acqua fino all’impossibile, con recipienti aggiuntivi che non compromettano però la sicurezza a bordo, o costringere gli ospiti ad una razionalizzazione forzata chiudendo i rubinetti a loro insaputa. La terza, mano ovvia specialmente per piccole imbarcazioni, prevede l’installazione di un dissalatore.

Lansman, una pompa svedese “naturale”

Drainman from Länsman on Vimeo.

Altra novità svedese che voglio presentare oggi è una pompa di sentina che funziona senza corrente elettrica. Anche in questo caso, si tratta di un’invenzione – in questo caso molto più tecnica – che permette l’aspirazione dei liquami senza l’ausilio di generatori di corrente, ma basandosi sul moto ondoso e dall’azione del vento.

Vediamo di cosa si tratta. Drainman – questo è il suo nome, anche se da una svedese ci si sarebbe aspettato un altro “genere” di nome – è una pompa che viene azionata dalla tensione della cima di ormeggio quando la barca si muove sulle onde, a causa del vento o del mare. In sostanza, la pompa si fissa solidarmente alla cima di ormeggio e ad un punto dello scafo, in modo da avere “il mare in mezzo”. Il moto ondoso faraà ora tendere ora rilasciare il cavo, provocando una forza che viarierà in modo direttamente proporzionale alle onde.

Lagun, un tavolo portatile per il pozzetto

cena-in-pozzettoDa un’idea semplice nascono le grandi invenzioni. In effetti è un’espressione un pò esagerata, ma chi ci aveva pensato sinora? Faccio fatica a ricordarne qualcuno. L’accessorio indispensabile, stavolta, è un tavolo per il pozzetto che risolve tutti i momenti di convivio castrati dalla mancanza di un piano di appoggio.

Si chiama Lagun, viene nientemeno che dalla Svezia, ed è semplice quanto geniale. In sostanza, un tavolo a profilo ottagonale, bordato da un listello di legno per evitare che un leggera inclinazione faccia scivolare qualsiasi cosa –  e munito di un supporto in alluminio che gli permette di essere sistemato praticamente ovunque.

Pronto soccorso a bordo, cosa serve oltre la cassetta

 

Cassetta pronto soccordo

Quando si naviga capita spesso che si possa incorrere in un piccolo infortunio. Le barche a vela per loro natura sono molto instabili e piene d’insidie dovute alla presenza di manufatti in acciaio che possono provocare traumi o ferite. 

Come è noto, già da alcuni anni le imbarcazioni e le navi da diporto abilitate alla navigazione senza alcun limite, hanno l’obbligo di tenere a bordo materiale sanitario ai sensi del decreto del ministro della Sanità  del 25/5/1988 n. 279.

FinDelta, la vela che stabilizza

Nonostante il mare sia quanto di meno stabile possa esistere in grosse quantità sul globo – esclusa la nitroglicerina e le donne, ovviamente – in barca, paradossalmente si ha di un bisogno praticamente costante di stabilità. Durante la navigazione, o all’ancora, è un bisogno quasi spasmodico.

Se durante la navigazione la stabilità è funzione di tante variabili, tra cui vento e bravura dello skipper, all’ancora esiste solo il vento e il moto ondoso delle acque a rompere le uova nel paniere, come si suole dire.