Skipper, occhio alla lente si perde la patente!

Occhiali

La patente nautica, per molti sfortunati “non vedenti” sta diventando peggio di una gimcana ad ostacoli, quasi fosse diventato un brevetto per super Top Gun della Marina Militare Statunitense. Sì perché con la recente modifica di una norma del Codice del Diporto, oggi per avere il tanto agognato pezzo di carta è necessario possedere una super vista modello Superman.

La prescrizione normativa prevede che per il rilascio o il rinnovo della patente Nautica i richiedenti devono possedere una vista complessiva – cioè la somma dei valori di misure dei due occhi – non inferiore ai 10/10, misurata con eventuali lenti di correzione.

Pirateria, un pericolo costante per i navigatori.

pirati-moderni

Nonostante il fascino che il Corsaro Nero o Sandokan, dei mitici romanzi di Salgari , mi hanno sempre ispirato oggi la pirateria è diventata un  vero e proprio pericolo costante, soprattutto per quei navigatori che si avventurano in acque poco sicure.

All’inizio degli anni novanta questo fenomeno ha ripreso vigore, a causa di ripetuti scontri sociali in certi paesi del terzo mondo dove i governi non riescono a controllare il territorio, ed i sequestri ed agguati si sono ripetuti con sempre maggiore frequenza.

Patente nautica necessaria, forse no?

Patente nautica

Si dice che un sintomo della vitalità del settore della nautica da diporto sia il numero di patenti rilasciate in un anno dalle varie scuola abilitata. Da un punto di vista puramente analitico le principali variabili, che determinano un aumento o una diminuzione dello sviluppo della nautica da diporto, risiedono proprio nel numero di nuove patenti rilasciate.

Questo sintomo può indicare un trend positivo o negativo rispetto alla tendenza generale del mercato nautico, dato che la maggior parte dei neo armatori prima deve necessariamente dotarsi della patente nautica. Nella realtà l’istituzione del permesso di poter condurre unita da diporto superiori ai 10 metri non sempre corrisponde ad una reale esigenza del diportista.

Eco Screen Mercury, e consumi di meno

Eco-screen Mercury
Una novità intelligente è stata presentata di recente sul mercato degli accessori nautici. Si tratta del nuovo sistema Eco Screen, prodotto ed importato in Italia dal gruppo americano Brunswick. In sostanza il sistema, collegato alla strumentazione della vostra barca, effettua un continuo monitoraggio dei parametri di navigazione arrivando a farvi risparmiare sino al 15/20 % di carburante.

Molte volte abbiamo analizzato e cercato di spiegare, come sia necessario avere un assetto corretto in barca, al fine di migliorare il rendimento e la velocità dello scafo. Tuttavia data le difficoltà di utilizzare in maniera soddisfacente il trim della trasmissione o i flaps della barca, la maggior parte dei possessori di barche non sanno esattamente come comportarsi in certe condizioni di mare e pertanto navigano quasi sempre fuori assetto.

Energia in barca, l’idrogeno non è più un sogno.

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Fra qualche anno lo vedremo installato su molte imbarcazioni soprattutto su quelle di grandi dimensioni, che già oggi utilizzano dei generatori di corrente. Stiamo parlando del primo generatore ad idrogeno per uso nautico, inventato dall’italianissima Acta Energy .

Questa fiorente azienda toscana specializzata nelle ricerca e produzione di sistemi di energia alternativa ha immesso in commercio questo apparecchio che andrà a sostituire i vecchi generatori elettrici a gasolio.

Nautica, navigazione stimata: il solcometro

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La navigazione stimata, ovvero il metodo fondamentale di navigazione – vedremo più in seguito gli altri sistemi di navigazione che vanno dalla costiera all’astronomica passando attraverso la radionavigazione – con cui si impara a tenere la giusta “via” utilizzando la conoscenza della direzione di rotta e della lunghezza del percorso, mette di fronte al problema fondamentale di dover conoscere in ogni istante la propria posizione. Sapere sempre qual è il punto stimato.

A facilitare tale compito e consentire alll’equipaggio di districarsi al meglio, vi sono strumenti di cui non si può fare a meno. Uno di questi – al pari della bussola, come l’orologio – è il solcometro (o Log). Tale attrezzo, chiamato anche tachimetro o contamiglia, può essere genericamente di tre tipologie: a pressione idraulica, a elica e digitale.

Vela, emergenze: scuffia – sopravento/2

scuffia

Della scuffia sottovento, e di quanto rappresenti un pericolo solo virtuale, abbiamo già detto. Esiste, tuttavia, anche il caso di scuffia – cioè il capovolgimento della barca che fa seguito nella maggior parte dei casi all’azione di una raffica di vento – sopravento, dove per sopravento si intende il lato dell’imbarcazione direttamente colpito dalla folata.

Nellla fattispecie, il metodo migliore per raddrizzare la barca è quello di portare lentamente la prua in direzione del vento stesso. Se si è almeno in due, il movimento ideale è quello secondo cui, mentre il primo spinge la prua nella direzione giusta, il secondo agisce sulla poppa. Il procedimento appena indicato consente di evitare una nuova scuffia nel momento in cui, con lo scafo che si raddrizza e il boma spostato conseguentemente al lato sottovento, avviene il passaggio dellla randa.

Pericoli in barca, il boma

Boma

 Dopo il primo post che parlava di pericoli in barca oggi parliamo di quello che può accadere se si viene colpiti dal boma. Questo particolare importantissimo della barca può causare gravi lesioni se il malcapitato viene colpito dal boma.

Durante certe andature il boma si pone in modo molto pericoloso e quando ci sono manovre o strambate è possibile che il boma possa passare da una mura all’altra molto velocemente così da causare un pericolo se ci si trova nella sua traettoria.

Egemar, Liberty 29: mamma, li turchi!

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Tra i semicabinati ce n’è uno in particolare che riporta indietro nel tempo. Sarà quel fascino che fa venire in mente i film in bianco e nero, sarà quella carena dislocante che tanto stona con la società sempre piena di fretta quale è quella contemporanea. Liberty 29 di Egemar, invece, si lascia desiderare anche per la capacità di trasmettere tranquillità, rilassamento.

Altro che ritmi vertiginosi, altro che fughe alla cieca da una parte e dall’altra: il cantiere turco è riuscito a rendere – con mogano e teak a fare da cornice a un entrobordo da 40HP che garantisce una navigazione fino a 16 nodi – tutto il senso di una processione in mare che ha poco a che vedere con l’esigenza di andare veloci a tutti i costi. Lunghezza di 8,74 metri, larghezza di 2,45 metri: postazione di guida avanzata che consente di avere a disposizione in coperta uno spazioso pozzetto da arredare a piacimento.

Pericoli in barca, il tambuccio.

Tambuccio

La barca e la vela in generale sono degli sport bellissimi, sia da praticare che da vivere anche solo come un’esperienza in una splendida crociera. Anche se i rischi di andare in barca non sono collegati necessariamente con la pratica della vela, tuttavia vi sono dei pericolo oggettivi che non possono essere sottovalutati.

Per andate sottocoperta si deve passare necessariamente attraverso il tambuccio e questo eklemento molte volte può diventare un pericolo dato che vi sono delle componenti che possono causare delle ferite anche gravi. In particolare i tambucci moderni in materiale di policarbonato hanno delle chiusure con un perno che spunta e si unisce con la ghigliottina.

Winch, revisione e collaudo – parte terza –

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In questa terza parte del post dedicato a questa nuova tecnica di revisione e collaudo dei winch, parleremo della possibilità di valutare le condizioni dei vari componenti attraverso un’attente analisi mediante il microscopio stereoscopico.

Dopo avere terminato la fase dei cicli di lavaggio ogni componente è stato sottoposto al controllo analitico mediante un microscopio stereoscopico per metallografie – modello Leica –  ad 80 ingrandimenti, con un potere di risoluzione pari a circa 100/150 micron.

Vela, emergenze: scuffia – sottovento/1

scuffia

Capita di incorrere in problematiche di questo tipo soprattutto nel corso delle prime uscite in barca a vela, quando l’esperienza è ancora un obiettivo da andare a conquistare un giorno dopo l’altro. Le emergenze delle prime volte, quelle in cui la barca sembra a tratti senza controllo e difficile da gestire: nella maggior parte dei casi- e lo si capisce proprio con il tempo – tutto si risolve in un grande spavento ma poco pericolo.

Come si affrontano questi momenti? Presto detto. Partiamo dalla scuffia. Ovvero, il capovolgimento dell’imbarcazione in seguito (quasi sempre) all’azione di una raffica di vento su una randa troppo tesata o a un errore di manovra (per esempio, la strambata) in condizioni di vento fresco oppure ancora a onde molto alte che colpiscono le murateal traverso.

Cinture di sicurezza, il “caos” continua

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Nel nostro paese quando il legislatore si mette in mente di codificare un sistema normativo in materia di sicurezza inevitabilmente il caos regna sovrano. E’ il caso, non ancora del tutto chiarito, delle nuove norme in materia di cinture di salvataggio da tenere a bordo.

Dopo una serie di disposizioni Ministeriali sottoforma di circolari, chiarimenti e precisazioni forse sembra che un po’ di chiarezza sia stata fatta.

Ancoraggio, meglio l’acciaio o l’alluminio?

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Gettare l’ancora è sicuramente una di quelle fasi molto delicate di una manovra che coinvolge tutte le navi. Un tempo, quando i  porti e le marine non erano così attrezzate come ai giorni nostri, la maggior parte dei grandi yacht davano fondo nella rada, così da poter godere delle meraviglie del mare e dei golfi e della quiete delle cale.

Tuttavia da sempre si discute se è meglio avere a bordo un’ancora pesante od una leggera e su questo argomento vi sono dei pregiudizi ancestrali. I vecchi marinai considerano le ancore come qualcosa di inviolabile e più sono pesanti e meglio tengono, soprattutto quando i marosi ed il vento rinforzano.