Vela Latina, a Genova trionfa “Alghero”

alghero-circuito-mediterraneo-2009“Navigare all’antica”. Questo il motto degli appassionati che si sono sfidati e in questi giorni hanno concluso il Circuito Mediterraneo 2009, in cui si è disputato il trofeo di vela latina, un particolare armo che deve il suo nome alla forma della vela, triangolare, e non al nome del popoli che l’ha inventato, come facilmente si potrebbe supporre.E’ stata Alghero a vincere, una lancia catalana che grazie alla partecipazione alla tappa di La Spezia e alla prova di Stintino ha conquistato l’ambito trofeo.

I dati sono entusiasmanti per la categoria: un totale di 537 imbarcazioni iscritte nei nove anni di circuito mediterraneo, mentre solo quest’anno si è registrata la presenza di 31 nuove imbarcazioni (dati forniti dall’UNIVET – Unione Italiana Vela Tradizionale).

Elios e storie tese dei pannelli solari

BARCA CON APNNELLO SOLARE

Produrre energia elettrica dal sole non è certo una scoperta recente ma sino ad ora installare dei pannelli fotovoltaici sulle barche non è stato semplice, né tanto meno conveniente. Paradossalmente anche sui mega yacht, da decine di milioni di euro, dove si può trovare ogni tipo di accessorio o gadget per il confort di bordo, di pannelli solari non se ne vedono molti e non certo per questione di costi.

I designer di barche non li amano perché sono “antiestetici” e di difficile collocazione a bordo, i cantieri non li offrono quasi mai tra gli optionals perché costosi e gli armatori non sanno che farsene di “energia pulita” e preferiscono risparmiare.

Cucinare in barca, fantasie da chef

La Cucina della barca

Molti pensano che cucinare in barca sia una cosa facile e divertente, altri pensano che sia una cosa impossibile e c’è poi chi, come il Prof. Marino Malissano esimio nutrizionista, vi “terrorizza” affermando:

Cucinare in barca non è un’impresa facile scordatevi le comodità di casa, perchè non è possibile preparare piatti sofisticati od elaborati dati gli spazi ristretti, con un frigo piccolo e la mancanza di luoghi idonei dove conservare la cambusa ed i cibi freschi.

Nella realtà, come sempre, la verità sta nel mezzo e per esperienza diretta, anche in navigazioni oceaniche, posso garantire che su ogni barca è possibile preparare piatti gustosi, succulenti da fare invidia a molti Chef de Rang. Al massimo è il servizio che lascia a desiderare visto che nella stragrande maggioranza delle barche non vi sono piatti di porcellana, calici di Boemia e posate d’argento.

Leasing nautico, le nuove disposizioni lo rilanceranno?

Leasing nauticoAcquistare una barca non è una robetta da nulla, specialmente se si parla di dieci e più metri. Non ne parliamo poi se anziché per la vela si opta per il motore. Il leasing, da qualche anno a questa parte non solo è divenuto uno strumento che determina un terno del fatturato del settore nautico, ma è stato anche promosso dal governo per agevolare le imprese che in qualche modo con questa forma di agevolazione lavorano.

Vediamo in cosa consiste. Per una definizione “da manuale”: “La locazione finanziaria (o leasing) è un contratto tra una società di leasing (c.d. Concedente) e un cliente (c.d. Utilizzatore) in forza del quale la Concedente da in uso all’Utilizzatore un bene acquistato dalla Concedente stessa sulla base delle indicazioni dell’Utilizzatore. In cambio, l’Utilizzatore deve pagare dei canoni di leasing periodici, ed ha la possibilità di divenire proprietario del bene esercitando l’opzione di riscatto prevista contrattualmente.”

Sessa Key Largo 36′, pura adrenalina

Sessa Key Largo 36

Key Largo è un nome che richiama immediatamente al mare azzurro della Florida e dei suoi innumerevoli isolotti che da Miami si spingono per oltre 70 miglia, all’interno del golfo del Messico, sino al più grande: Key West. Sessa (Aurunca) è il nome di un paesino, della Campania, vicino alla più nota Teano di garibaldina memoria, che le cronache dicono essere molto caro alla fondatrice dell’azienda nautica.

Dalla magica unione tra i due nomi e dalla matita di Christian Grande nasce una linea di imbarcazioni open della quale il Key Largo 36 rappresenta il top di gamma. Un motoscafo dalle grandi dimensioni che promette sicure e veloci navigazioni off-shore per raggiungere, in poche ore, anche le Keys più lontane appunto.

Costruirsi la barca: come, quando e perché – parte 2

piani-barcaQuesta seconda puntata di “Come costruirsi la barca: come, quando e perché” vuole fornire le giuste indicazioni su dove reperire i progetti, e come farsi inoltre quattro conti per non rimanere a metà dell’opera con il conto in banca scoperto.

Partiamo dal presupposto che scegliere un progetto è quasi come scegliere la barca finita, quindi prestando attenzione a ogni dettaglio, ogni minimo particolare che possa farci orientare verso quella piuttosto che quell’altra scelta. La differenza, però, sta nel fatto che nel caso di una barca bella e pronta, possiamo verificarne ogni parte toccando con mano, nel nostro invece dovremmo lavorare fortemente d’immaginazione.

Spinnaker, consigli per l’uso

spinnakerLo Spinnaker era in origine una vela studiata per le regate ed il suo modo d’impiego rimane legato alla sua primordiale vocazione. Vela aristocratica, essa non si affida a manovre accessorie e non sopporta d’aspettare, tanto che deve essere issata subito pena la ribellione della “caramella”.

I detrattori la definiscono capricciosa ed ostica, ma in realtà ha solo manie di “grandezza” e non ammette mezze misure. Molto sensibile, sviene facilmente alle grandi emozioni dei suoi spasimanti. Le sue regolazioni durante la navigazione sono molto difficili e soprattutto nelle virate di poppa vengono costantemente analizzate.

Costruirsi la barca: come, quando e perché – parte 1

autocostruzione-barca-1In Italia siamo un popolo di navigatori, nonostante solo pochi abbiano la capacità, la volontà e anche la possibilità economica di andare in mare pilotandone una. Per fortuna siamo anche in popolo di tuttologi, ed è proprio questa la caratteristica che ci rende poliedrici, e permette a volte l’impossibile.

Così come volare è un sogno che viene alimentato sin da piccoli, il progetto di costruirsi una barca può venire fuori in età adulta. Vuoi per la difficoltà oggettiva a maneggiare fogli di compensato diverse volte più grandi di noi stessi, vuoi per l’impossibilità a procurarselo.

AMEL 54, per chi lo ama davvero

Amel 54

L’erede del mitico Super Maramu, nella classe dei 17 metri del cantiere francese Amel, è il modello 54. Dal suo predecessore ha ereditato la robustezza, la praticità d’uso e la facilità di manovra. In più è stata notevolmente migliorata la capacità di ottenere delle buone prestazioni, dal punto di vista velico, in tutte le andature ed in ogni condizione meteorologica.

L’aspetto estetico non si discosta molto da quello del suo predecessore del quale riprende i disegni, molto originali, della tuga e del pozzetto, mentre lo scafo presenta delle sezioni poppiere molto più larghe e squadrate, così da aumentare la stabilità ed ampliare la superficie bagnata, in rapporto al galleggiamento dinamico,  al fine di migliorare la manovrabilità della barca alle andature portanti.

Dopo Genova, arriva il Salone Nautico di Venezia

salone-nautico-veneziaDopo Genova, ci si prepara per l’ottavo Salone Nautico di Venezia. La città lagunare aprirà le porte dell’Arsenale, aperto al pubblico fieristico per la prima volta nella storia, in primavera, dal 15 al 18 aprile 2010, e si spera di portare gente al mondo della nautica nonostante le aspettative un pò deluse per la scarsa affluenza del salone di Genova.

Il mercato dell’usato ha grandi potenzialità, e su cui si scommette di più in questa edizione; le anteprime sono comunque assicurate dalla partecipazione di grandi cantieri internazionali, dai maxi yacht alle piccole imbarcazioni e dei maggiori dealer del Triveneto.

Il Radar in barca, questo sconosciuto

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Quando si naviga per mare di notte, con scarsa visibilità o peggio quando c’è una nebbia da fare invidia a quella che si trova di solito nella bassa Val Padana, lo strumento di ausilio e sicurezza più utile è sicuramente il Radar.

Nato per scopi militari all’inizio degli anni 30 del ventesimo secolo, salvò la Gran Bretagna dall’invasione nazista, durante la II° Guerra Mondiale, permettendo alla flotta ed aviazione britannica di individuare con largo anticipo i bersagli nemici su cui dirigere l’aviazione da “caccia” ed il fuoco di sbarramento della contraerea.

Sula 27 One Design, prima non c’era

sula-27-one-designPrimo sforzo costruttivo per il cantiere Sula Yachts, nasce dalla mano dell’architetto milanese Mario Castelli un 27 piedi one design, destinato alle regate ma con uno sguardo attento ai piccoli equipaggi che vogliono passare un pò di tempo in mare per piccole crociere.

Imbarcazione d’esordio del cantiere milanese presenta linee strette, e un’elevata linea di galleggiamento che promettono buone performance, e allo stesso tempo eleganza. Sula 27 One Design è realizzata avvalendosi della tecnica dell‘infusione di resina, con scafo single skin di resina vinilestere, coperta in sandwich di airex, madieri laminati allo scafo e lama di deriva con bulbo in ghisa.

Beneteau 57, il ritorno alla “Nouvelle vague”

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Quando apparve, all’inizio del 2003, sulla scena del mondo della nautica da diporto, questo 17 metri della francese Beneteau destò molta curiosità ed interesse tra gli addetti ai lavori ed armatori che già possedevano un cruiser del cantiere transalpino.

Il progetto dello studio di Bruce Farr, yacht designer neozelandese di fama internazionale e noto soprattutto per aver creato molti scafi di coppa America e la mitica Classe Farr 40, riprende i canoni dello stile classico delle barche degli anni 80, con una prua slanciata e molto pronunciata ed una poppa squadrata e tagliata obliquamente, in netta controtendenza rispetto alla moda imposta dai progettisti all’inizio del XXI secolo.

SPK-1, un kayak spinto dal sole

spk-1-solar-power-kayak-kitGira e rigira per cercare qualcosa di interessante, mi sono imbattuto in un “accrocchio” made in USA che permette  a tutti i possessori di un kayak di trasformarlo in una versione motorizzata. La sfida non è però finita qui: la parte più interessante è che la propulsione non è data dal carburante, ma da sole.

Il sito è questo, e a guardarlo da lontano pare proprio un piccolo catamarano a scafi asimmetrici. La solarpoweredkayak (in realtà non ho idea di come si chiami la società che lo produce) ha ben pensato di progettare un sistema di propulsione per una imbarcazione che di solito si affida totalmente a quella umana, in cui stavolta fosse l’energia della terra a fornire la giusta spinta.