Rimar 41.3, la lunga rotta

Rimar 41

Nella marca romagnola sanno bene come si costruiscono le barca. Forlì è da molti decenni la capitale indiscussa della cantieristica da diporto nel settore delle imbarcazioni a vela. Il cantiere Rimar, di Renzo Sartini, è una piccola factory che produce soprattutto guardando alla qualità, ai dettagli ed alle esigenze del cliente/armatore.

Dal cantiere escono in media poco più di dieci scafi all’anno, ed è proprio grazie all’impegno personale della proprietà nella fase produttiva, che la cura dei particolari viene tenuta in debito conto, visto che quasi sempre s’instaura un rapporto diretto e personale tra l’azienda e l’armatore.

Mare di Bretagna – parte prima

Bretagna 7

Erano quasi tre anni che non navigavo nel mare di Bretagna ed il 14 agosto del 2004 un cielo grigio e plumbeo mi dava, come di rito, il benvenuto a Concarneau.

Il paese non era molto cambiato dall’ultima volta che vi avevo messo piede: qualche ritocco alla piazza, una mano di vernice ai pontili, ed un nuovo parcheggio, tutto qui.

Atlante 28 Mallard, la vecchia signora naviga ancora

Altlante
Ci sono barche che negli anni passati sono state delle vere e proprie icone per i velisti di tutto il mondo. I loro proprietari ne andavano orgogliosi ed ostentavano il loro guscio ad ogni occasione. La diffusione di massa della nautica da diporto, verso la metà degli anni settanta, ha spinto i cantieri a seguire più le mode ed il marketing, che la passione dei velisti per la vela.

Molti proprietari di “ferri da stiro”, soprattutto in Italia,  sono passati dal motoscafo alla vela condizionando i progettisti a disegnare gli scafi per i “neo velisti” con le comodità e gli stessi gadget, che per decenni erano stati appannaggio quasi esclusivo delle barche a motore.

Lansman, una pompa svedese “naturale”

Drainman from Länsman on Vimeo.

Altra novità svedese che voglio presentare oggi è una pompa di sentina che funziona senza corrente elettrica. Anche in questo caso, si tratta di un’invenzione – in questo caso molto più tecnica – che permette l’aspirazione dei liquami senza l’ausilio di generatori di corrente, ma basandosi sul moto ondoso e dall’azione del vento.

Vediamo di cosa si tratta. Drainman – questo è il suo nome, anche se da una svedese ci si sarebbe aspettato un altro “genere” di nome – è una pompa che viene azionata dalla tensione della cima di ormeggio quando la barca si muove sulle onde, a causa del vento o del mare. In sostanza, la pompa si fissa solidarmente alla cima di ormeggio e ad un punto dello scafo, in modo da avere “il mare in mezzo”. Il moto ondoso faraà ora tendere ora rilasciare il cavo, provocando una forza che viarierà in modo direttamente proporzionale alle onde.

Lagun, un tavolo portatile per il pozzetto

cena-in-pozzettoDa un’idea semplice nascono le grandi invenzioni. In effetti è un’espressione un pò esagerata, ma chi ci aveva pensato sinora? Faccio fatica a ricordarne qualcuno. L’accessorio indispensabile, stavolta, è un tavolo per il pozzetto che risolve tutti i momenti di convivio castrati dalla mancanza di un piano di appoggio.

Si chiama Lagun, viene nientemeno che dalla Svezia, ed è semplice quanto geniale. In sostanza, un tavolo a profilo ottagonale, bordato da un listello di legno per evitare che un leggera inclinazione faccia scivolare qualsiasi cosa –  e munito di un supporto in alluminio che gli permette di essere sistemato praticamente ovunque.

Pronto soccorso a bordo, cosa serve oltre la cassetta

 

Cassetta pronto soccordo

Quando si naviga capita spesso che si possa incorrere in un piccolo infortunio. Le barche a vela per loro natura sono molto instabili e piene d’insidie dovute alla presenza di manufatti in acciaio che possono provocare traumi o ferite. 

Come è noto, già da alcuni anni le imbarcazioni e le navi da diporto abilitate alla navigazione senza alcun limite, hanno l’obbligo di tenere a bordo materiale sanitario ai sensi del decreto del ministro della Sanità  del 25/5/1988 n. 279.

Hallberg Rassy 310, i natanti si fanno largo

HR310 Neustadt

Negli ultimi decenni i cantieri hanno quasi smesso di costruire barche al di sotto dei dieci metri, quasi come se il velista medio fosse disposto a comprarsi solo scafi di classe superiore. Nel mondo dei cosiddetti natanti senza patente, per legge italiana, solo i cantieri francesi hanno sempre investito e prodotto barche di qualità.

La tradizione transalpina delle barche piccole resta immutata, forse grazie al fatto che in terra di Bretagna si corrono regate come: la Solitarie du Figarò, la Minitransat, eec., per cui molti velisti iniziano a farsi esperienza su scafi mignon.

FinDelta, la vela che stabilizza

Nonostante il mare sia quanto di meno stabile possa esistere in grosse quantità sul globo – esclusa la nitroglicerina e le donne, ovviamente – in barca, paradossalmente si ha di un bisogno praticamente costante di stabilità. Durante la navigazione, o all’ancora, è un bisogno quasi spasmodico.

Se durante la navigazione la stabilità è funzione di tante variabili, tra cui vento e bravura dello skipper, all’ancora esiste solo il vento e il moto ondoso delle acque a rompere le uova nel paniere, come si suole dire.

Baia One 43, design e lusso corrono veloci

Baia one 43

Si sà, la Campania è una regione dalle mille risorse e dalle mille sfaccettature, dove spiccano però delle eccellenze di tutto rispetto, quasi a ricordarci che sotto il Vesuvio c’è sempre qualcuno, che grazie alle proprie capacità, riesce ad emergere dall’anonimato omologante.

I cantieri di Baia, che prendono il nome dalla omonima città , rappresentano certamente una testimonianza della capacità e della creatività tipicamente partenopea.

Precedenza, in mare è diverso

Chi si accinge ad acquistare o a manovrare in qualche modo una piccola imbarcazione, specialmente a motore, spesso sconosce le regole di precedenza che in mare sono abbastanza diverse rispetto che in strada, sulla terraferma.

Per prevenire gli abbordi in mare sono da fissare alcuni concetti di base, abbastanza semplici. Prima di tutto dobbiamo sapere che le barche che navigano a vela hanno la precedenza su quelle che navigano a motore. Non basta infatti che la barca abbia fisicamente le vele per avere la precedenza in ogni caso – può sembrare ovvio, ma non per tutti – ma deve navigare con le vele al vento.

Banque Populaire V, codice rosso per il via alla sfida la Jules Verne

Banque Populaire V

Il team francese di Banque Populaire V, capitanato dallo skipper Pascal Bidégorry, è pronto a lanciare la sfida al trofeo Jules Verne che premia l’equipaggio che stabilirà il nuovo record di percorrenza del giro del Mondo in meno tempo.

Da venerdì scorso quando il maxi trimarano ha lasciato la base di Lorient, in Bretagna, per dirigersi nella baia di Brest, siamo in attesa del via a questa nuova ed emozionante gara.

Come vestirsi su una deriva: il minimo indispensabile – parte 2

deriva-abbigliamentoProseguiamo con questa piccola rassegna sul vestiario che è sempre meglio adottare quando si va su una deriva, e in generale quando si fa vela, sia per imparare che per passione o per sport. Le parti più esposte, abbiamo detto, sono le mani, i piedi e la testa. Vediamo come proteggerli.

Le mani vanno protette dai guanti, ovvio. Per diversi motivi, già meno ovvio. Se il cordame è di piccolo diametro – specialmente coi materiali sintetici – avere mani scivolose vuol dire perdersi le cime, ma anche trovarsi con i palmi delle mani ustionati nel peggiore dei casi. Tutte le manovre sono eseguite con le mani, per cui il grip deve essere sempre al massimo, specialmente in caso id vento forte, dove le tensioni aumentano e, se ci pensate bene, tutta la forza della natura è in sottile equilibrio con la vostra tramite i punti di contatto che sono proprio le mani.

Chiglia basculante, Cariboni è meglio

Chiglia basculnate 2

Nel mondo delle competizioni sportive la ricerca di prestazioni è da sempre alla base dell’impegno tecnico e progettuale. Nella vela dove la differenza, tra barche della stessa stazza, è data dalle scelte progettuali, oltre alla preparazione ed alla capacità dell’equipaggio, l’evoluzione dei materiale e degli studi idrodinamici sono certamente fondamentali.

Oggi le barche da regata, sia quelle per competizioni in circuito che quelle per sfide d’altura, sono progettate tenendo conto del fattore di resistenza idrodinamica che influenza le prestazioni velocistiche. Tra i progettisti vi è la tendenza a disegnare scafi con minore superficie bagnata possibile, mentre la componente di sbandamento viene compensata da lunghe pinne di deriva con bulbi dal profilo a siluro.

Come vestirsi su una deriva: il minimo indispensabile – parte 1

M24 European 2009L’abbigliamento giusto non è cosa da poco, in ogni occasione, specialmente in mare. I lupi di mare sorrideranno, anche perché questo uno di quei casi – rari – in cui l’abito non fa di certo il monaco. Ma chi si accinge a praticare vela e non lo fa con criterio – il che prevede, appunto, alcune attenzioni in ambito di vestiario – rischia di stancarsi troppo presto, o peggio farsi male.

Se è vero che la maggior parte del calore corporeo viene disperso dalla testa, e da mani e piedi, è anche vero che se li raffreddiamo saremo soggetti ad un abbassamento repentino della temperatura. Non dobbiamo pensare per forza alla temperatura esterna, ma anche a quella dell’acqua, e ai casi di vento più o meno pronunciato, che accelerano i fenomeni di raffreddamento.