La planata: un divertimento per tutti

Chi ha mai detto che solo le barche a motore possono planare? Una delle esperienze più entusiasmanti per chi pratica la vela (dalla deriva al windsurf) è proprio scivolare sull’acqua in planata.

Quali sono le leggi alla base della planata? La prima è il “Principio di Archimede”, che afferma che ogni corpo immerso in un fluido riceve una spinta verticale, dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato. In vela questo principio vale soprattutto per velocità piuttosto basse e si parla di moto dislocante.

Quando lo scafo comincia a muoversi si formano delle onde, in particolare un’onda a prua e una a poppa. Nel momento in cui la velocità dell’imbarcazione aumenta, questa supera l’onda di poppa e cerca di “scavalcare” l’onda di prua sollevandosi su di essa.

Bisogna raggiungere e superare una velocità “critica” o “limite”, ovvero massima velocità raggiungibile dall’imbarcazione in moto dislocante e massimo attrito dell’acqua sulla carena, per poter effettivamente “scavalcare” l’onda di prua e far partire la planata.

In planata la barca sembra essere “sollevata” sull’acqua, lasciando a contatto con essa solo una minima parte dell’opera viva.

Nel momento in cui si è passati dal moto dislocante alla planata, ossia dal moto idrostatico al moto idrodinamico, il peso dello scafo non viene più sostenuto dalla spinta del principio di Archimede ma da una forza di natura dinamica generata dall’inerzia dell’acqua.

E’ difficile definire il momento preciso in cui una barca passa dal moto dislocante alla planata; è una transizione graduale.

Qualunque oggetto potrebbe essere in grado di planare sull’acqua; non è una questione di vele ma solo e soltanto una questione di “scafo”. Certo, le vele poi andranno regolate in maniera appropriata; ma quello che importa è che ci sia una certa velocità.

Le derive “di nuova generazione” sono state costruite con la parte inferiore molto piatta (esattamente come gli skiff), e questo facilita il superamento della velocità-limite.

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