La crisi economica è una brutta bestia che colpisce indistintamente ogni settore produttivo. La nautica da diporto, se all’inizio si era difesa, oggi è toccata in prima persona dalla paura del “blackhole” che ingoia tutto e tutti.
Oggi i cantieri hanno grosse difficoltà nel trovare commesse e mercati, mentre molti diportisti cercano di disfarsi del proprio guscio per la paura di non poter più sostenere i costi di gestione. Morale della favola: il mercato del nuovo fermo e quello dell’usato che propone prezzi stracciati.
Se il mercato della nautica è in piena crisi, figuratevi quello delle competizioni sportive legate al mondo della vela, dove solo con ottimi budget è possibile competere e magari sperare di piazzarsi bene, scordandosi certamente di vincere, se al contrario non si dispone d’ingenti risorse .
Dopo la rinuncia di Soldini di partecipare alla prossima VOR 70 per mancanza di budget, e lo scioglimento del team Banque Populaire V , il trimarano capitanato da Pascal Bidègorry, è di pochi giorni or sono anche l’annuncio di Mascalzone Latino di non poter prendere parte alla prossima 34° American’s Cup a causa dello stesso male. Parafrasando un noto spot pubblicitario sembra che la vela agonistica sia destinata a: NO MONEY? NON PARTY!
E’ vero anche che l’ultima edizione della coppa non aveva attirato né pubblico né sponsor, data la formula assurda, penalizzando di fatto quei pochi team che invece avrebbero voluto competere e che oggi non possono neanche sperare di schierarsi al via.
Vista l’odierna situazione credo che gli organizzatori di regate farebbero bene a pensare ad introdurre formule diverse e molto più vicine a quelle che un tempo erano le regate. Una volta chi gareggiava lo faceva con la stessa barca che normalmente veniva usata per la crociera con la famiglia, al massimo utilizzava vele più performanti, mentre oggi vengono realizzate barche solo per poter stravincere sui campi di regata penalizzando i veri sportivi e quelli che non possono contare su budget milionari.
A mio parere sarebbe bello ritornare ad organizzare una regata come la mitica Golden Globe del 1968, un regata con poche regole ed aperta a tutti ma con un solo vincolo barche strettamente di serie e senza accorgimenti o profili idrodinamici strani e molto costosi.
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