Hidro Callegari, il primo tender ad idrogeno

La piccola rivoluzione che nei motori fuori bordo ad idrogeno è già iniziata, tarda ad arrivare nel settore delle automobili. L’emissioni di CO2 sono un vero problema per tutti gli abitanti del pianeta tanto che esistono protocolli tra gli stati per ridurre l’emissioni in atmosfera.

La nautica è da sempre all’avanguardia della tecnologia ed anche nel settore delle energie alternative si possono trovare eccellenze di primo piano. La Callegari e l’Acta Energy, entrambe leader nei loro settori, hanno messo a punto il primo tender ad idrogeno della storia. Il sistema è abbastanza semplice nel suo utilizzo.

A terra viene installata una pensilina ricoperta di celle fotovoltaiche provvede a creare una fonte di energia elettrica tale da poter estrarre l’idrogeno dall’acqua. Un struttura autoportante di solo sei metri quadri è in grado di produrre tutto l’idrogeno necessario per far funzionare il motore a cella combustibile o full cell che dir si voglia. Una volta prodotto l’idrogeno questo alimenterà le batterie del piccolo motore elettrico fuori bordo che con la sua potenza ed autonomia.

Il motore elettrico può garantire una potenza di circa 2000 W che equivale ad un potenza nominale di oltre 5,5 hp di un comune motore a scoppio. Con il solo motore elettrico l’autonomia delle batterie non supera i 30 minuti, mentre con il motore a celle combustibili l’autonomia si estende per oltre tre ore così da consentire un uso costante e per tratti di mare anche non proprio sottocosta.

Il piccolo gommone da 2, 7 metri ha la chiglia rigida e può trasportare siano a 5 persone alla volta o allo stesso modo tutta la cambusa di bordo per la crociera di lungo raggio. Il vantaggio di avere un motore ad idrogeno, oltre al ridotto inquinamento è certamente quello di avere delle emissioni di rumore ridotte al minimo, pari a quelle di un rasoio elettrico. Inoltre con questo tipo di natanti si può navigare anche in acque marine protette come quelle dei parchi, senza temere di dover incorrere in sanzioni o sequestri.

Il prezzo non è stato ancora comunicato ma certamente sarà superiore ai diretti concorrenti a scoppio. Forse sarebbe il caso da parte del legislatore porre in atto degli sgravi fiscali magari riducendo l’IVA sull’acquisto che corrisponde ad uno sconto netto del 20 %. In piccolo sforzo che certo non farebbe male alla salvaguardia dell’ambiente marino, ne tanto meno alle casse dello stato.

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