Bow Thruster, un accessorio inutile?

elica di prua modello btp 140

Molti navigatori e velisti mi chiedono spesso consigli sulla utilità di possedere o meno un “Bow Thruster”, (meglio conosciuta come elica di prua) sulla propria imbarcazione. Ormeggiare barche di stazza e dimensioni notevoli in porti o marine che hanno magari spazi angusti non è certo un’operazione facile anche per i “manici” del timone, soprattutto quando ci sono condizioni meteo difficili se non proibitive.

Per facilitare le delicate operazioni d’ingresso e d’attracco in banchina, oggi sono disponibili sul mercato questi tipi di dispositivi, costituiti da un piccolo motore elettrico abbinato ad una o due eliche controrotanti, manovrabili per mezzo di comandi remoti, generalmente posizionati nei pressi della timoneria,  che vengono installati in appositi tunnel dello scafo, permettendo la traslazione della barca rispettivamente sia a babordo che a tribordo (sinistra e destra ndr).

È sempre consigliabile prevedere l’acquisto di questo accessorio, il cui prezzo varia dai 1.500 sino ad a quasi 10.000 euro per barche di 60 piedi, già in fase progettuale o quando la barca è ancora in cantiere durante le fasi di carrozzeria e rifinitura, dato che l’installazione postuma comporta svariati problemi, soprattutto se a prua vengono dimensionati serbatoi o realizzati impianti idraulici.

Per gli armatori che decidessero di posizionare un bow thruster sulla propria imbarcazione dopo il “battesimo del varo” è sempre consigliabile rivolgersi a progettisti od a cantieri seri, che sappiano cosa e come fare per eseguire un lavoro a regola d’arte, dato che perforare la chiglia non è mai un’operazione agevole e talvolta utile, in quanto si può rischiare di compromettere l’integrità strutturale dello scafo.

In ultima analisi, l’utilizzo di un’elica di prua può risultare vantaggioso nelle manovre di porto, specialmente se vi è poca acqua libera, anche se in presenza di forte vento l’efficacia della spinta viene quasi annullata. Tuttavia, come dicono i vecchi marinai bretoni: “Diouzh ma ri e kavi” (Troverai a seconda di ciò che farai), è buona norma iniziare ad esercitarsi a condurre la propria barca senza avvalersi dell’ausilio del bow thruster, cercando di scoprire i segreti del comportamento idrodinamico e dell’effetto evolutivo dello scafo, dato che in caso di avaria del sistema d’ausilio, non rischierete un attacco di panico che il più delle volte comporta lo spiacevole risultato di farvi ‘cozzare’ sulle murate di altre barche o peggio sui rudi pontili, talvolta di cemento armato.

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