Radar, la sua invenzione il suo uso

Forse non tutti sanno che il significato dell’acronimo di RADAR, che abbrevia le parole in inglese per : “radio detection and ranging” e cioè un sistema di rilevamento degli ostacoli tramite onde elettromagnetiche.

Tra i primi scopritori delle onde radio e del principio della loro riflessione sugli oggetti fu nel 1886 il fisico tedesco Rudolf Hertz. Tuttavia il primo a concepire l’idea di poterle utilizzare per stabilire posizione e velocità di un oggetto in movimento fu l’ingegnere di origine serba , ma naturalizzato negli USA, Nikola Testa.

Nel 1904 il fisito tedesco Hulsmeyer uso per primo le onde radio brevettando un sistema per individuare una nave nella nebbia, senza però riuscire a stabilirne la distanza esatta.

Dopo questa prima invenzione gli studi sul funzionamento del RADAR iniziarono ad essere finanziati dagli stati per uso bellico soprattutto in USA, Gran Bretagna, Francia e Germania. Nel 1936 l’ungherese Zoltan Bay realizzò un modello funzionante di RADAR.

Bay iniziò studi sulla riflessione delle onde Radio sulla superficie lunare che poi furono utilizzate nei decenni successivi per le missioni spaziali e per la conquista della Luna.  In Italia Guglielmo Marconi propose ai vertici militari la costruzione di un prototipo di RADAR, ma le gerarchie militari sottovalutarono l’importanza di tale invenzione e solo dopo la disfatta della flotta italiana a capo Matapan, si decisero a finanziare la ricerca. I primi modelli di RADAR italiano furono il GUFO e la FOLAGA, che vennero installati sulle navi solo dopo il 1942, quando ormai le sorti della guerra e dell’Italia erano già segnati.  

Il principio di funzionamento del RADAR si basa sul tempo percorso dalle onde radio a colpire e ritornare alla stazione emittente. Sapendo che la velocità della luce è di 300.000 km al secondo la formula è data da: 300.000Xt/2 . La posizione del bersaglio invece si calcola tramite le direzione del fascio di onde emesso e riflesso.

Sulle nostre barche il RADAR è sicuramente molto importante soprattutto quando si naviga di notte o quando c’è nebbia. La cosa importante da capire, per un suo corretto utilizzo, è quella di distinguere le vere eco da quelle false che possono ingenerare dubbio od errori. Questo risultato lo si ottiene solo applicandosi rigorosamente ed avendo cura di esercitarsi durante tutto il giorno e non solo quando calano le tenebre.

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