Barca a vela

1 – randa: è una vela armata sull’albero principale (o sull’unico albero) di un’imbarcazione a vela. Nell’armatura velica contemporanea, la randa è di forma triangolare, posizionata a poppavia dell’albero di maestra e sostenuta ad esso mediante inferitura o canestrelli inferiti nell’apposita canaletta dell’albero. La base della randa è mantenuta tesa dal boma.

2 – fiocco: è una vela triangolare issata a prua della randa, che viene inferito su uno strallo. L’angolo di scotta viene regolato tramite una cima, detta scotta del fiocco.

3 – spinnaker: è una vela simmetrica solitamente molto colorata, che viene issata quando l’andatura della barca è “portante” (nelle andature di lasco e di poppa). Lo spinnaker di norma è costruito con materiale molto leggero ed è molto grande rispetto a randa e fiocco. Quando viene issato deve essere mantenuto fuori dalla prua della barca, perciò bisogna montare un “braccio” supplementare chiamato tangone.

4 – scafo: Lo scafo è composto da una robusta struttura che ha lo scopo di conferire la necessaria solidità all’imbarcazione e di costituire il supporto per il rivestimento esterno, impermeabile all’acqua. Lo scafo può essere suddiviso longitudinalmente in tre zone: poppa, la zona posteriore, parte maestra, la zona centrale, e prua o prora, la zona anteriore. Oppure in due zone: parte poppiera, quella posteriore, e parte prodiera, quella anteriore.

Lo scafo inoltre può essere suddiviso in opera viva o carena ed opera morta. L’opera viva è la parte immersa in acqua, mentre l’opera morta è la parte asciutta che comprende la zona superiore dello scafo e le strutture di coperta e sovraccoperta. La linea che separa idealmente l’opera viva dall’opera morta si definisce linea di galleggiamento.

5deriva: è un’appendice simile ad un’ala collocata perpendicolarmente nella parte più bassa dello scafo di una barca a vela, che da il nome ad una categorie di barche: le derive, ovvero le barche a deriva mobile.

Nelle piccole imbarcazioni, la deriva ha la sola funzione di equilibrare le forze messe in gioco dal vento sulle vele che tenderebbero a far traslare la barca in direzione diversa dalla rotta preposta (scarroccio) ed è generalmente mobile, ovvero retraibile (parzialmente o completamente). Nelle imbarcazioni più grandi la deriva riveste anche un’azione equilibrante ed è fissa. In quest’ultimo caso essa sarà di materiale quale piombo o ghisa o avrà concentrato maggior peso nella parte finale tramite un agglomerato a forma di siluro detto bulbo.

6timone: è l’organo direzionale dell’imbarcazione ed è costituito da una superficie sagomata, in legno o metallo, incernierata a poppa e in grado di compiere spostamenti angolari intorno a un asse verticale. Il timone può essere azionato da una ruota dotata di maniglie di legno, che viene manovrato dalla zona di comando chiamata timoneria.

7 – skeg: è il supporto rigido posto a volte anteriormente alla pala del timone allo scopo di sostenere le cerniere su cui ruota l’asse del timone stesso; funge anche da protezione alla pala in caso di urto con corpi semi-immersi.

8 e 13 – albero: è un palo di legno o di carbonio posto in posizione verticale impiegato per il sostegno delle vele in una barca. Le imbarcazioni più grandi possono armare alberi diversi per numero, dimensione e configurazione delle vele. L’albero è tenuto in posizione verticale dalle manovre dormienti dette sartie (quelle laterali), strallo (quella prodiera), paterazzo (quella poppiera).

9 – crocette: la crocetta è una particolare ala montata sugli alberi delle barche a vela che serve a mettere in maggior tensione le sartie. Le crocette, sempre a coppie, si contano in ordini di crocette, dove un ordine è composto da due crocette opposte e sullo stesso piano.

10 – sartie: sono le cime utilizzate nelle imbarcazioni a vela e sostengono lateralmente da poppa i vari tronchi dell’alberatura, affinchè questa resti salda sotto lo sforzo che il vento esercita sulle vele, durante le oscillazioni della nave per il moto ondoso.

11 – scotta della randa: è una cima che consente di bordare (orientare) una vela, in questo caso la randa. ossia per spiegarla e distenderne la tela al vento, tirando la bugna cui è fissata.

12 – boma: è costituito da una trave in alluminio, legno o fibra di carbonio che sostiene la base della randa. Il boma è fissato all’albero tramite uno snodo detto trozza che consente al boma di modificare il suo orientamento rispetto all’albero.

14 – tangone: è un’asta usata nelle barche a vela per fornire un punto di muravariabile alla vele di prua (tipicamente spinnaker e gennaker) usate nelleandature portanti.

15 – paterazzo: è una cima che collega la testa dell’albero alla poppa di un’imbarcazione a vela. Il paterazzo è solitamente sdoppiato alla base, e la tensione è regolabile in modo da flettere e arcuare l’albero, per ottimizzarne il comportamento a seconda dell’intensità del vento.

La tensione del paterazzo è regolata tramite un paranco meccanico o, nel caso di alberi di grandi dimensioni, idraulico. Nel piano velico frazionato il paterazzo può essere sostituito dalle sartie volanti.

16 – strallo: è un cavo in metallo che sostiene l’albero di una barca dalla parte anteriore (prua o prora). Nel caso di imbarcazioni con un solo albero (come gli sloop) solitamente collega obliquamente la prua (o il bompresso) della barca con la cima dell’albero (detta testa, da cui armo in testa d’albero).

17 – vang: collega diagonalmente il boma con l’albero. Può essere realizzato con un paranco di tessile oppure, nel caso dei vang rigidi, può arrivare ad essere costituito da un attuatore anche oleodinamico.

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