La tendenza dei moderni designer è quelle di costruire barche a vela sempre più veloci e sempre più simili agli open da 40 piedi od ai VOR 70, impegnati nelle sfide oceaniche. Carene, piatte, bagli massimi arretrati lame lunghe con profilo idrodinamico sono le caratteristiche principali dei moderni sloop, denominati pomposamente fast cruiser.
Nella realtà questi fast-cruiser non sono barche che possono garantire una navigazione d’altura confortevole specialmente quando trovano onde e mare contrario e devono risalire e bordeggiare di bolina. In queste situazioni ad ogni onda lo scafo sbatte, si pianta e si ha la sensazione che la chiglia si possa spezzare in due. Non parliamo poi se si ha la sfortuna di dormire nella cabina di prua, dove diventa impossibile chiudere occhio a meno che non siate dei provetti saltimbanco.
Fortunatamente oggi, vi sono cantieri che riprendendo le linee classiche della progettazione navale, ripropongono scafi con chiglie lunghe. Uno di questi è l’Island Packet, cantiere fondato dal mitico Bob Johnson, che ha brevettato la full-foil keel, ovvero la chiglia lunga ad alte prestazioni.
Il vantaggio di questo nuovo brevetto è quello di avere una barca che può contare sulla robustezza dello scafo, mantenere una ottima stabilità di rotta e poter avere un basso pescaggio, così da poter esplorare anche le calette e spiagge inaccessibili alle altre imbarcazioni di pari categoria e stazza.
Secondo quello che mi hanno riferito alcuni amici possessori di queste imbarcazioni, l’Island Packet non rolla quasi, non sbatte sulle onde anche quelle formate e corte ed il beccheggio è sempre contenuto nei limiti della stabilità laterale, grazie soprattutto all’attenta distribuzione dei pesi.
Inoltre il vantaggio di avere il baglio massimo avanzato permette di avere uno sbandamento compensato ed molto equilibrato con poca forza da utilizzare sulla barra del timone per compensare le variazioni di rotta.
La propensione del cantiere a realizzare scafi per chi vuole navigare davvero, la si può notare anche da alcuni dettagli come i serbatoi del carburante e quello dell’acqua, che risultano sovradimensionati rispetto a quelli di altre barche, così da consentire molta autonomia.