Dopo il record del giro del mondo in solitario, stabilito dalla sedicenne australiana Jessica Watson che ha terminato la sua impresa lo scorso 15 maggio, ora è il “turno” di un’altra baby velista.
Non sappiano se sia per puro spirito di emulazione o per un effettivo desiderio di provare le proprie capacità veliche unite alla ricerca della propria dimensione umana, sta di fatto che siamo dinnanzi ad un fenomeno che sta prendendo sempre più piede tra gli adolescenti ed al quale sarebbe ora porre dei limiti.
Laura Dekker, 14 olandese, è partita lo scorso 21 agosto da Portimao in Portogallo per compiere il suo giro del mondo. La vicenda di questa baby velista era già assunta alle cronache giornalistiche dato che il tribunale Olandese le aveva impedito di salpare giudicandola inadatta per questo tipo d’impresa, a causa della sua giovane età, e mettendola sotto la tutela dei servizi sociali.
Al tempo si sospettava che tutta la vicenda fosse gestita dal padre che, grazie anche alla dazione di numerosi e munifici sponsor, avrebbe avuto tutto l’interesse di spingere la figlia in un’avventura rischiosa e degli esiti incerti.
Dopo l’inevitabile ricorso al tribunale dei minori il giudice di Middelburg ha stabilito, non senza polemiche, che il giro del mondo a vela in solitario non dovrebbe avere conseguenze negative sullo sviluppo emotivo dell’adolescente. Personalmente non trovo del tutto giustificabile la decisione del tribunale dei minori della cittadina olandese, non tanto per il fatto che in questa avventura fosse in gioco lo sviluppo emotivo di un’adolescente, ma in quanto ho il forte dubbio che dietro a tutto questo ci sia solo la voglia di stabilire un primato tout court a costo di mettere a rischio la propria vita.
Non riesco proprio a capire le motivazioni umane, ne tanto meno sportive, di genitori che consentono a propri ragazzi di cimentarsi in un’avventura difficile anche per un velista esperto come Di Bendetto, figuratevi per ragazzine che hanno pochissima esperienza velica alle spalle.
Il vero rischio è che dopo aver concluso, speriamo positivamente, questa impresa velica la baby velista abbandoni questo fantastico sport paga della propria sfida e senza aver veramente colto il vero spirito e significato dell’andare per mare, dato che ha mio avviso ricercano solamente la sfida e l’emulazione di chi le ha precedute.
La piccola Dekker è a bordo di “Gruppi“, un ketch di quasi 12 metri, con il quale dopo una breve sosta alle Canarie in attesa degli Alisei, ripartirà per tentare il periplo del globo. Ci auguriamo con tutto il cuore che i venti ed i mari siano favorevoli anche perché passerà alle basse latitudini proprio durante l’arrivo delle stagione invernale australe e con tutti i pericoli connessi.
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