Scandalo degli Yacht fantasmi.

Yacht fantasmi
Leggendo un recente articolo apparso sul quotidiano La Repubblica si parlava del suicidio di un ex
generale della Guardia di Finanza. I colleghi delle Fiamme gialle avevano bussato alla sua abitazione nell’ambito dell’inchiesta sulla società Rimini Yacht, broker molto noto nel settore della nautica da diporto.

Questa inchiesta verte sulla compravendita fittizia di imbarcazioni di lusso cedute contemporaneamente a tre proprietari e di cui la società Rimini Yacht era il terminale della presunta truffa. Sembra anche che generale suicida avesse un ruolo di spicco nella società oggetto dell’indagine.

Le indagini erano scattate dopo che un armatore si era presentato in un cantiere navale per ritirare la sua barca. Documenti alla mano la stessa era però stata prelevata poco prima da un altro uomo con documenti identici del suo.

Ben presto si è capito che non era l’unico caso, ma che altri yacht erano stati ceduti fino a tre proprietari diversi e in contemporanea con immatricolazioni e documenti fittizi.  Secondo quanto emerso dalle indagini, peraltro ancora in corso, l’operazione era anche facilitata anche dal fatto che il registro navale di San Marino, nel quale alcune yacht venivano registrati,  non dialoga con quello italiano e pertanto è possibile immatricolare la stessa barca con più documenti.
 
Nel raggiro, secondo le prime ipotesi investigative, sarebbero cadute anche alcune finanziarie di San Marino, per aver concesso leasing per barche inesistenti. A volte ne avrebbero concesso uno per pagare la casa produttrice e un secondo che sarebbe finito nelle mani di chi aveva architettato la truffa.

In alcuni casi le  barche dopo essere state vendute a più persone sparivano letteralmente, probabilmente spedite all’estero sotto falsa denominazione per poi essere rivendute con matricole di registri stranieri compiacenti.
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Secondo quanto riferisce Repubblica:

Al centro del meccanismo, molto complicato e ancora da mettere a nudo, vi sarebbe un uomo di 45 anni, residente a Bertinoro, che si era fatto da subito notare per la vita mondana e per le auto di lusso su cui viaggiava spostandosi dal suo ufficio al porto di Rimini a un cantiere di Marina di Ravenna che rientrava all’interno della società.
Le perquisizioni. All’inizio di giugno Guardia Costiera, Carabinieri e Guardia di Finanza di Bologna avevano apposto i sigilli alla sede della Rimini Yacht in via Destra del Porto a Rimini e portato via alcuni scatoloni di documenti. Oggi le altre perquisizioni del filone bolognese dell’indagine: nel mirino degli inquirenti alcuni ufficiali della guardia di finanza, tra cui il generale in pensione che si è suicidato.

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