Dopo anni di studi e ricerche finalmente è arrivata la svolta nel settore del Rigging. Con la nascita delle prima sartie, stralli e paterazzi in materiale di fibra sintetica sembra che le manovre dormienti in spire d’acciaio siano a breve destinate a scomparire dalle nostre barche.
La diffusione dei cavi in fibra composita è ancora a livello embrionale, ma in prossimo futuro potrebbe soppiantare tutti i manufatti ferrosi, come già sta accadendo per le manovre correnti che ormai sono presenti su molte barche anche non da regata.
Il grande vantaggio nel prossimo futuro sarà di poter disporre di materiali ad alta resistenza, ma con dei costi che possono essere competitivi nei confronti degli attuali prodotti in inox ASI 316. Le fibre tessili ad alto modulo, tipo quelle realizzate in Pbo e Dyneema, vengono realizzate tramite un procedimento continuo di avvolgimento della fibra tra le due estremità del cavo o in alternativa con la pressatura delle fibre.
Questo procedimento garantisce una riduzione del peso pari all’ottanta percento in termini di peso rispetto ad un omologo di metallo, con un aumento dei carichi di rottura del 50%. Una diminuzione di peso che oltre ad influire sul dislocamento complessivo riduce le masse verso l’altro con un forte riduzione del rollio e del beccheggio.
Oltre alle classiche sartie e stralli alcune case produttrici stanno realizzando cavi speciali in Pbo o in Klevar, antitorsione, anche per le vele dei prua non inferite cone il Gennekar, mentre altre stanno realizzando cavi che possono sostituire gli spiroidali in metallo senza però dover cambiare le classiche crocette ed i tradizionali tornichetti di regolazione, facendo in questo modo risparmiare molti soldi e tempo agli armatori.
In sostanza le fibre tessili potranno avere molta diffusione soprattutto se il loro costo potrà scendere a livelli del costo dei metalli, garantendo in questo modo una maggiore resistenza e uniformità delle regolazioni che saranno più facile da attuare, anche da non esperti.