Per la prima volta, dopo aver incentivato di tutto e di più, nel nostro paese è arrivato anche l’incentivo economico statale per l’acquisto dei motori fuori bordo. Con il Decreto legge dello scorso 19 marzo infatti il Governo stabiliva lo stanziamento di 20 milioni di euro per il comparto nautico.
Della somma stanziata 8 milioni erano “riservati” ai motori fuori bordo sino ad una potenza di 100 hp, mentre altri 12 milioni di euro sarebbero stati destinati all’acquisto di stampi utili per produrre imbarcazioni.
In particolare il provvedimento governativo prevedeva uno sconto massimo del 20 %, con un limite di mille euro, sul prezzo di acquisto di motori a basso impatto ambientale e conformi alla Direttiva 2003/44/CE. Per quanto riguarda gli stampi questi venivano sovvenzionati sino al 50 % del loro valore con un limite di spesa pari a 200.000 euro.
La cosa assurda, che accade solo nel nostro paese, è che il Decreto, pur prevedendo una suddivisione di fasce, non aveva previsto una riserva specifica per le due categorie così è stato giocoforza che i cantieri nautici, ben organizzati, hanno esaurito tutto il loro contributo in pochissime ore per poi attingere a quello dei motori fuori bordo che vedevano esaurirsi il loro fondo in meno di una settimana dal via della “rottamazione“.
Molti potenziali clienti, soprattutto quelli dei motori medio-piccoli, che erano convinti di poter beneficiare del tanto agognato sconto, si sono recati dai concessionari per poi sentirsi rispondere: “spiacente il contributo è esaurito“, mentre al suo posto era stato prontamente “varato” uno sconto fai da te di pari peso ed importo, giusto per incentivare il cliente a non tornare a casa senza il suo motorino nuovo nuovo.
Quello che non riesco a capire da parte del legislatore è proprio questa tipologia di incentivi a spot che non trova soddisfazioni e sovvenzione nei fondi statati che, essendo limitati, non possono accontentare una platea maggiore e vengono quasi sempre sfruttati dai soliti furbi.
Non sarebbe stato meglio inserire un sistema di incentivi che ponesse il contribuente al centro del vantaggio magari inserendo una clausola di carattere fiscale tramutando l’incentivo in una sorta di credito fiscale.
Sarebbe bastato dire che ogni contribuente avrebbe potuto avere un credito d’imposta pari a mille euro, se dopo l’acquisto si fosse registrato sul sito apposito, inserendo il suo codice fiscale ed il numero di matricola del motore comprato.
In questo modo l’incentivo sarebbe stato sfruttato da un maggior numero di persone e soprattutto avrebbe dato un vero contributo a chi paga effettivamente le tasse, mentre con il sistema degli incentivi a pioggia anche i potenziali evasori hanno goduto dei soldi dei soliti “fessi” che pagano le tasse.