Oltre Panamá, e poi? -parte prima –

Canale di Panama 3

Quando si parla di navigazioni oceaniche ci vengono in mente le imprese dei grandi circumnavigatori del globo che nei secoli e decenni passati hanno compiuto delle vere imprese.

Per chi invece vuole “gironzolare” per oceani e dall’Atlantico vuole passare in Pacifico non ha molta scelta o attraversa il canale di Panamá o  percorre la rotta sud dell’Atlantico, doppiando il Capo di Buona Speranza per poi raggiungere le coste australiane e quindi il Pacifico.

Molti forse non sanno che il canale di Panamá è un canale artificiale che attraversa l’istmo di Panamá, appunto, che unisce l’America del Sud con gli stati centro americani. Il canale è lungo 81,1 km -compresi i prolungamenti in mare- ed ha profondità massima  pari a 12 m, con una  larghezza che varia tra i 240 e i 300 m nel lago Gatún, mentre nel tratto del taglio della culebra si riduce a soli 90-120 m.

Per attraversare questa lingua di terra è necessario passare attraverso un sistema di chiuse, con 6 conche, che permettono alle navi di superare un dislivello totale di 27 m.

L’imboccatura in corrispondenza del Mare dei Caraibi si trova adiacente al porto di Cristobàl nella baia di Limon. Le navi provenienti dall’Atlantico e dirette nel Pacifico, dopo aver percorso l’impianto di risalita, composto dalle tre Gatún Locks, attraversano il Lago Gatún, la zona di Gamboa, lo Stretto di Culebra, giungendo poi alla chiusa di Pedro Miguel, passano poi, dopo un primo salto di livello di circa 9 metri, nel Lago di Miraflores, il quale dà accesso alle due chiuse di Miraflores raggiungendo all’uscita di queste il livello del mare presso il porto di Balboa. Segue la navigazione passando il Ponte delle Americhe fino a giungere poi nel Golfo di Panamá.

Le navi che attraversano il canale non possono superare i 292,68 metri di lunghezza ed i 32,31 metri di larghezza a causa delle massime dimensioni delle “conche” le quali, nel senso della lunghezza, sono limitate dalle porte di comunicazione tra le conche stesse.

Molti amici velisti, che hanno provato l’esperienza di attraversare il canale, mi dicono che le cose non sono poi cosi semplici e la navigazione all’interno dei laghi, non è poi così facile  dato il continuo susseguirsi di navi che percorrono le poche decine di miglia di questa meravigliosa opera d’ingegneria realizzata all’inizio del secolo scorso, anche con il lavoro e l’apporto di nostri concittadini.

Nei prossimi post racconterò alcune avventure accadute ad amici skipper che si sono cimentati in questa esperienza che per molti versi rimane unica ed entusiasmante.

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