Le perturbazioni e le depressioni extratropicali che investono normalmente le nostre regioni peninsulari caratterizzano il tipo di clima temperato di cui noi italici godiamo. La variabilità del tempo non inficia nella loro ciclicità dei comportamenti legati principalmente al loro carattere migratorio.
Si può parlare di depressioni extratropicali per quelle aree perturbate, cioè caratterizzate da un insieme di fenomeni meteorologici quali, vento, pioggia, variazioni temperatura ecc., che generalmente sono associati ad una zona di depressione, ossia una zona di bassa pressione.
Nelle zone depressionarie si associano sempre dei movimenti verticali ascendenti di masse d’aria quali formazioni nuvolose. Le perturbazioni extratropicali sono dei caratteristici fenomeni evolutivi e migratori.
Quelle che arrivano sull’Europa generalmente si formano sull’Atlantico ovest, presso le coste statunitensi poi vivono e si rafforzano sull’oceano e vengono ad esaurirsi sull’Europa del Nord o sui Balcani. Nei periodi invernali queste perturbazioni raggiungono anche le coste del Mediterraneo a causa della mancanza di zone anticicloniche alle nostre latitudini.
Le perturbazioni si formano di preferenza in zone con forti contrasti di temperatura dove le masse d’aria hanno una diversa densità. Nelle zone temperate le masse d’aria che si alzano dalle regioni tropicali raggiungono le zone polari, dove si scontrano con aria più fredda.
Le perturbazioni sono macchine termiche la cui energia è alimentata dalla differenza di temperatura. Lo scopo finale della depressione associata ad una perturbazione è quello di riportare l’atmosfera in equilibrio dissipando tutta l’energia potenziale accumulata, frutto di queste differenze locali di temeperatura.
Nelle prime fasi di formazione di una perturbazione il movimento della rotazione terrestre amplifica i contrasti termici ed accentua la formazione depressionaria, mentre la restante parte della vita non sarà altro che la messa in opera della dispersione di tutta la forza accumulata mediante fenomeni fisici sotto forma di energia cinetica – venti forti – energia d’attrito e scambi di vapore acqueo e cambiamento di stato con conseguenti precipitazioni.
Non appena i fronti si mettono in posizione la perturbazione prende la sua apparenza abituale, dove nella fase iniziale la pressione diminuisce notevolmente. L’angolo tra i due fronti a un’ampiezza notevole ed il centro depressionario è posto all’incrocio dei due fronti. Successivamente il vento aumenta e le precipitazioni fanno la loro comparsa in prossimità del fronte caldo e del fronte freddo.
Nella fase finale della vita di una perturbazione il centro depressionario si sposta molto rapidamente verso il fronte caldo formando una occlusione che determina la fine della vita della zona perturbata. Questa diversità è possibile verificarla dando un occhio alle carte isobare a 500 hPa, verificando lo spostamento delle isolinee.