La storia dei fari si perde nei secoli e nel mistero affascinante legato alle leggende ed agli aneddoti che sono stati narrati intorno a questi preziosi “totem” della navigazione. Una suggestione palpitante che illumina i ricordi vicini e lontani degli uomini di mare.
Il faro per molti navigatori è un insieme di emozioni, un segnale per orientarsi sia di giorno che di notte, un elemento imprescindibile per la navigazione contornato da storie e leggende.
Ancora oggi nell’epoca dei GPS, dei satelliti, la navigazione marina è legata imprescindibilmente alla luce dei fari di cui ogni buon marinaio nè conosce il significato e le differenze. Ogni faro ha un’anima. Il tempo di luce e di ombra, il colore e l’alternarsi dei settori, rammentano la sua natura e la sua posizione. Ci sono fari simili, ma mai uguali ed è per questo che sono guide indispensabili nei mari perigliosi.
Più ci sono pericoli più fari incontrerai, dato che in mare ogni piccolo segnale può evitare grandi tragedie. Nei secoli passati i fari erano costituiti da fuochi che gli antichi accendevano in prossimità di promontori, porti o pericoli per segnalare ai navigatori i punti cospicui sulla costa di notte.
Magellano quando si trovò nella Patagonia australe, vedendo la miriade di falò accessi dagli indios per segnalare gli innumerevoli canali e scogli, chiamò questa zona la “Terra del Fuoco”.
Nella realtà i fari hanno sempre avuto un ruolo importantissimo sia per i navigatori, sia come veri e propri simboli del prestigio di popolazioni millenarie, che come vere e proprie opere d’arte. Basta pensare al faro di Alessandria d’Egitto, per molti secoli considerato una delle meraviglie del mondo o la “Lanterna” di Genova da sempre simbolo della città di Colombo.
Inoltre i fari oltre che segnare un punto od un confine, spesso segnano anche il limite di un’impresa o la storia stessa della navigazione. E’ così per il faro di Capo Horn, che rappresenta una vera e propria sfida agli elementi della natura per ogni navigatore; o per il Fastnet, isolotto irlandese, il cui faro rappresenta il simbolo di una delle più prestigiose regate di vela al mondo.
In Mediterraneo sono simboli il faro dell’isola Giraglia, da cui prende il nome una delle regate d’altura più famose del Mediterraneo, ed il faro di Punta Palascia o capo d’Otranto, che rappresenta il punto più ad est della nostra penisola.
Una volta i fari erano dei veri e propri presidi al cui controllo e cure c’erano i cosiddetti guardiani del Faro, persone che alle volte vivevano in zone remote, per non dire sperdute, senza avere mai un contatto umano per buona parte dell’anno.
Una vita isolata, completamente immersa nella natura, ma piena di fascino e colori vivi. Oggi molti fari sono stati automatizzati, altri abbandonati e ceduti ai civili per altri scopi. Ma niente, né il trascorrere degli anni né l’imperante avanzamento della tecnologia, potrà minare il fascino di questa misteriosa ed unica luce guida dei marinai.