Mi preme chiarire alcuni problemi pratici sorti dopo la risoluzione dell’Agenzia dell’Entrate n° 172 del 3 luglio 2009, nella quale si affermava che gli Yacht acquistati e detenuti all’estero devono essere dichiarati nel modello Unico al quadro RW, in quanto investimenti che potrebbero produrre redditi suscettibili di tassazione in Italia.
Dalla risoluzione parrebbe che tutte le barche battenti bandiera comunitaria o iscritte nei registri esteri, devono essere soggette al così detto monitoraggio fiscali di cui al quadro RW. Nella citata risoluzione si precisa inoltre che la compilazione del quadro RW è obbligatoria per tutte le attività od investimenti esteri in grado di produrre redditi imponibili nel nostro paese.
Da una prima analisi sembra che la compilazione del quadro sopraccitato sia doverosa se un cittadino italiano è proprietario di una barca con bandiera comunitaria o di una barca immatricolata in un paese extra UE, anche se dal possesso di tale barca non deriva un reddito imponibile in quanto il mezzo è tenuto a disposizione del proprietario e non ceduto a titolo oneroso.
In realtà la questione presenta alcune varianti e modalità diverse. In primo luogo chiarisco che l’obbligo di compilazione del modello RW è certamente obbligatorio nel caso in cui una persona fisica detenga una imbarcazione con bandiera extra UE, al pari di qualsiasi altro bene immobile comprato all’estero, anche se l’imbarcazione è detenuta in un paese della UE e non produce reddito.
Nel secondo caso, una barca con bandiera comunitaria detenuta in Italia da un cittadino italiano, non deve essere dichiarata nel modello RW solo se non produce redditi imponibili, al contrario se l’imbarcazione viene ceduta a titolo oneroso deve essere dichiarata nel prescritto quadro.
Nel terzo ed ultimo caso, lo yacht battente bandiera comunitaria detenuta all’estero deve essere dichiarato nel modello in quanto assimilabile ad un investimento estero, che al pari di altri beni immobili, è potenzialmente suscettibile di produrre redditi imponibili in Italia.
Per effetto di questo orientamento dell’Agenzia dell’Entrate da tale potenzialità reddituale conseguirebbe l’obbligo di compilazione delle sezioni II e III del quadro RW, anche se nell’anno di riferimento della dichiarazione la barca non ha prodotto redditi, ma è stata tenuta a disposizione del proprietario.
Per quanto riguarda le precedenti dichiarazioni, non presentate secondo questo schema, si potrebbe incorrere, se scoperti, in sanzioni o multe, pertanto è consigliabile avvalersi dello “scudo fiscale” attualmente in vigore al fine di sanare le posizioni irregolari. Per quando riguarda i natanti nessuna dichiarazione è prevista solo se non vi è iscrizione nel registro estero, al contrario seguono le stesse regole delle imbarcazioni da diporto.
Buongiorno,
in merito a questo argomento non mi è chiaro un passaggio, il seguente :
….”Nel terzo ed ultimo caso, lo yacht battente bandiera comunitaria detenuta all’estero deve essere dichiarato nel modello in quanto assimilabile ad un investimento estero, che al pari di altri beni immobili, è potenzialmente suscettibile di produrre redditi imponibili in Italia.”
in questo caso Lei fa rientrare anche un imbarcazione oltre i 10 m a vela che sosta abitualmente in italia e il cui proprietario è italiano ma che batte bandiera estera ?
è uno yacht battente bandiera belga e, se considerato rispetto al luogo della registrazione (belgio), questo viene detenuto all’estero (italia). Quindi “…yacht battente bandiera comunitaria detenuta all’estero..”, oppure mi sbaglio.
Inoltre mi incuriosiva capire se non è configurabile una forma di elusione il detenere una bandiera estera senza nessun altro scopo se non quello di usufruire di vantaggi economici (non so se fiscali anche) e sostare dunque sempre in acque italiane per la maggior parte dell’anno e anche per molti anni.
Gentile Vincenzo,
certamente la tematica è abbastanza complicata ma vedrò di semplificare la questione. A fini fiscali il cittadino italiano che è proprietario di un imbarcazione che batte una bandiera di uno stato comunitario è obbligato a dichiarare tale bene nel modello UNICO solo se tale imbarcazione è detenuta in uno stato comunitario o all’estero fuori i confini della UE. Nell’ipotesi da lei menzionata il proprietario italiano di un’imbarcazione con bandiera Belga che è detenuta in italia e non produce redditi, non è tenuto ad indicare tale imbarcazione nel modello UNICO, mentre se viene noleggiata a titolo oneroso deve essere dichiarata nel quadro RW. Nel secondo quesito da lei posto le dico che non è possibile detenere una barca battente bandiera non UE per più di sei mesi, passato questo periodo l’imbarcazione deve essere assoggettata alle norme fiscali UE e quindi deve pagare l’IVA. Coloro i quali hanno barche con bandiera extra UE e non dichiarano mai il passaggio perché ogni sei mesi escono dalle acque territoriali Comunitarie, pur essendo gli effettivi proprietari, rischiano di incorrere nel reato di contrabbando con la grave conseguenza della confisca, se scoperti, del bene, oltre al pagamento di svariate sanzioni. Pertanto in questo caso non è possibile parlare di elusione, solo di evasione fiscale.