Quest’estate le migliaia di turisti che affolleranno il Mar Tirreno con le loro barche avranno un porto in più in cui attraccare, quello di Marina di Pisa. L’inaugurazione, avvenuta nei giorni scorsi, fornisce nuove opportunità ad una costa già presa d’assalto dai diportisti, i quali adesso potranno anche visitare una delle città più belle d’Italia, oltre che attraccare in un porto ricco di storia ma che col tempo aveva perso importanza.
Roberto Perocchio, presidente dell’associazione dei porti turistici mondiali, ha definito questa nuova apertura
una straordinaria opportunità non solo per il territorio toscano ma per tutto il Paese. Per definire a livello internazionale la bellezza di un porto turistico in gergo internazionale si dice che servono tre parole chiave: location, location e location.
E sicuramente la location alla città di Pisa non manca. L’inaugurazione, avvenuta domenica scorsa alla presenza dei ministri dell’Ambiente, Andrea Orlando e dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, è stata effettuata con lo slogan “siamo in porto”, e si inserisce in un contesto turistico più ampio che porterà gli occupanti di yacht e di altre barche più piccole a visitare le bellezze naturali del luogo come il parco naturale a pochi passi dal porto, ma anche l’Arno e le Alpi Apuane. Il tutto favorito dal recente decreto del fare che ha eliminato la tassa sulle barche di piccola stazza che aveva fatto letteralmente scappare gli amanti della vela o i possessori delle imbarcazioni più piccole.
Il porto metterà a disposizione 400 posti barca (di cui 100 già venduti) elettrizzati e forniti di ogni comfort moderno, compreso wi-fi gratuito, sistema antinquinamento sulla banchina ed altri servizi.
Penso che Pisa possa cogliere una sfida importante per recuperare il terreno perduto dall’Italia anche per colpa di una scelta fiscale sbagliata […] mi auguro che questo scalo possa rappresentare un’opportunità importante per il Paese per far rientrare queste persone in Italia
ha dichiarato il ministro Orlando riferendosi alle migliaia di amanti del mare che avevano deciso di attraccare in altri Paesi per evitare di pagare l’odiata tassa, facendo di fatto crollare il turismo nelle città portuali.
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