Vincent Callebaut è un architetto belga noto per i suoi progetti eco-friendly il cui concetto di fondo è produrre energia pulita in maniera autonoma e in misura maggiore rispetto al consumo. In ambito nautico, sono diversi i progetti oggetto dei suoi concept. I più famosi sono la città galleggiante Ecopolis e la barca Physalia, che purifica l’acqua dei fiumi per far crescere la vegetazione sulla coperta.
Se pensiamo che al mondo oltre un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile sicura e che tremila persone muoiono ogni giorno perché costretta a utilizzare acqua inquinata, Physalia rigenera questo bene comune attraverso la navigazione dei fiumi. Il nome prende ispirazione dalla sua forma che ricorda la caravella portoghese, molto simile a una medusa che galleggia in acqua.
Physalia è un prototipo nautico che mira a diffondere la condivisione della gestione sostenibile delle risorse idriche, indicando possibili soluzioni strategiche per rivitalizzare il sistema fluviale. E’ un vero e proprio laboratorio galleggiante destinato a costruire una rete di collaborazioni di ricerca internazionali sulla conservazione delle falde acquifere, il controllo e il riciclo delle acque piovane, il riciclo delle acque civili e industriali, dei servizi igienico-sanitari, dell’inquinamento agricolo, della dissalazione dell’acqua marina.
In termini di politica energetica e dei trasporti per via navigabile il progetto di Vincent Callebaut incoraggia la produzione, il trasporto e la navigazione commerciale di energia idroelettrica. Tra i fiumi idonei a recepire questo progetto ci sono il Reno, il Danubio, il canale Senna-Schelda, il Volga, il Guadalquivir, il Tigri e l’Eufrate, sicuramente ambienti parzialmente contaminati dall’insediamento umano, agricolo e industriale.
Come finanziare questo progetto? Physalia non sarebbe solo un laboratorio di depurazione acque ma anche un’attrazione turistica. Avvolta da una soffice ed evanescente nebbia, i visitatori godrebbero di un micro-clima tropicale e della vegetazione lussureggiante.
Photo | Vincent Callebaut.org