Da alcuni mesi è presente, sul mercato delle apparecchiature satellitari, un curioso sistema di trasmissione e localizzazione denominato SPOT – acronimo di Satellite Personal Tracker -. La casa produttrice lo definisce un comunicatore satellitare di posizione integrato da particolari funzioni per l’invio di una richiesta d’aiuto e/o soccorso.
Con questo dispositivo, che utilizza la rete satellitare GPS, si possono ricevere ed inviare le coordinate di posizione che, tramite un apposito collegamento a Google Maps, possono essere viste sul computer di casa; inoltre è possibile inviare, ai destinatari abilitati, un messaggio voce pre-registrato.
A differenza di altri sistemi analoghi di posizionamento personali – i cosiddetti PLB – con SPOT è anche possibile, premendo un apposito pulsante tracciare il percorso che si è fatto, tenersi in contatto con i propri cari mandando un SMS e richiedere aiuto in casi diversi dall’emergenza.
Secondo quanto dichiarato dagli inventori SPOT funziona in tutto il mondo dato che utilizza la copertura satellitare GPS, anche dove non arriva il segnale di copertura dei telefoni cellulari e quindi potrebbe essere un valido aiuto: per la sicurezza in mare , per chi ama la vita all’aria aperta e le escursioni in montagna o in zone scarsamente abitate.
Sicuramente questo piccolo accessorio è molto utile per chi non vuole o non può disporre di un più sofisticato sistema di invio e ricezione dati, come il telefono satellitare o l’ EPIRB per il soccorso in mare. Infatti, anche se la casa garantisce la copertura globale, a ben vedere nelle caratteristiche tecniche, la possibilità di inviare una richiesta di soccorso è limitata da confini precisi. Sono escluse aree come : l’Africa centrale e meridionale, buona parte degli oceani ed alcune isole e località dell’oceano Pacifico.
Per il resto del mondo, e quindi circa i 3/4, questo sistema dovrebbe garantire una copertura efficiente e valida, sempre ammesso che l’abbonamento sia in regola. Sì perché a differenza di altri sistemi di soccorso che sono collegati ad una rete mondiale di pronto intervento, che non richiede alcun canone, questo apparecchio prevede la sottoscrizione di un contratto e delle tariffe per l’utilizzo.
Parlando anche con gli operatori del settore che vendono questo sistema non sanno dire con esattezza se l’apparato sia stato testato e garantisca le prestazioni promesse, visto anche la recente immissione sul mercato e la scarsa diffusione di possessori.
Anche se personalmente non posso dare un giudizio sul funzionamento per uso nautico di questo apparecchio, dato che non esistono riscontri effettivi sul suo utilizzo, credo comunque che sia un prodotto innovativo che però non può sostituire apparecchi di comunicazione e soccorso come il Vhf o l’Eprib, che tra l’altro sono previsti nelle dotazioni di bordo obbligatorie.
Credo piuttosto che questo apparecchio possa servire come ausilio personale, per chi vuole far conoscere la sua posizione, magari ai propri cari, durante brevi navigazioni o uscite su piccole imbarcazioni, come gommoni o tavole a vela, dove sarebbe difficile porre al sicuro un cellulare o un vhf. In alternativa, potrebbe essere utile per chi non deve tenere a bordo l’Eprib, dato che ha una licenza di sicurezza, per navigazioni entro le 50 miglia, ma vuole comunque un sistema che possa inviare chiamate di soccorso, in alto mare. In sintesi un sistema intelligente, ma non estremamente affidabile da usare un po’ così, a “spot”