Rolex Sydney Hobart, l’ultima regata oceanica del 2012

Per la maggior parte gli spettatori distratti, e molti nei media, il Rolex Sydney Hobart esaurisce il tutto su chi arriva prima. Ma ci sono pochi scenari sportivi al pari di questo evento più impressionante di un maxi di 100 piedi poggiare su onde altissime con venti a 25 nodi. Ci vuole un’abilità incredibile, un lavoro di squadra e un pizzico di fortuna per arrivare fino in fondo, figuriamoci per vincere.

Tatticamente è una delle regate più complesse e capita molto di rado che una barca riesca ad arrivare prima sia in line honours che in tempo compensato (come è successo a Wild Oats XI nel 2005 infrangendo un record che durava da 60 anni). Quest’anno sono quattro, forse cinque le barche in lizza per il traguardo e non le 78 che si schiereranno il giorno di Santo Stefano. Intendiamoci, non sono lì per fare numero – sono lì per vincere la Coppa Tattersall – il vero Graal santo australiano delle regate oceaniche.

Più di altre, il Rolex Sidney Hobart non è solo una gara tra imbarcazioni, è una gara tra gli equipaggi. Per questo il tempo compensato è utile a determinare la vittoria sia tra la classi ORC e IRC. Poco prima del briefing, l’armatore deve trasmettere i dati sulla lunghezza dell’albero, la stazza, le dimensioni della vela, se la barca ha una chiglia fissa o basculante, acqua di zavorra. Tali informazioni vengono inviate all’Ufficio Valutazione del Royal Club Ocean Racing nel Regno Unito, che rilascia poi un rating per la barca, che è fondamentalmente un moltiplicatore delle barche del tempo trascorso durante la gara.

Tra le imbarcazioni più belle che partecipano abitualmente al Rolex Sydney Hobart, una menzione speciale merita sicuramente per Love & War, una barca di legno di quarant’anni, che ha vinto la Rolex Sydney Hobart per la terza volta nel 2006 dopo le vittorie del ’74 e del ’78, qyest’ultime ottenute dal padre dell’attuale armatore Simon Peter.

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