Qualche tempo fa un nostro lettore ha posto un quesito importante. Cosa succede se un proprietario italiano (residente in Italia) possiede una barca (a prescindere dalla nazione in cui si trova) che batte bandiera straniera? A tal proposito, purtroppo, esiste un vero e proprio vuoto normativo, e se non verrà colmato gli armatori saranno costretti a pagare ben 2 tasse, quella italiana sul possesso e quella del paese in cui la barca è stata immatricolata.
Il problema è piuttosto serio e spinoso, anche perché l’Agenzia delle Entrate si è data letteralmente alla macchia, a tal proposito, infatti, non si è proprio espressa. Chiaramente, in attesa di “schiarite”, molti consigliano di procrastinare il più possibile il pagamento della tassa, fermo restando che allo stato attuale delle cose andrebbero pagate entrambe. In un secondo momento potrebbe anche esserci la possibilità di chiedere un conguaglio, in caso di deducibilità tra un’imposta e l’altra, ma è tutto da vedere.
Tanto per fare un esempio di quanto potrebbe ammontare la spesa complessiva, una barca a motore di 10 metri (immatricolata in Francia) che batte bandiera francese paga all’anno 780 euro, a questa somma bisogna aggiungere la tassa italiana sul possesso pari a 800 euro (per una barca di età compresa fra 1 e 5 anni), per un totale di 1.580 euro.
Per una barca a vela della stessa metratura battente bandiera francese, la tassa francese (Tarif du droit annual de francisation et de navigation) ammonta a 300 euro all’anno, a questa somma, chiaramente, si devono aggiungere i 400 euro dell’imposta sul possesso italiana (sempre per una barca di età compresa fra 1 e 5 anni), per un totale di 700 euro.
Per consultare la tabella dei costi della tassa sul possesso per le barche a motore e a vela potete farlo a questa pagina.
Per farla breve, non stiamo parlando di bruscolini, e in tutta franchezza, mi sembra così insensato pagare 2 tasse per la stessa imbarcazione. Mi auguro che l’Agenzia delle Entrate si faccia avanti a chiarire la questione.