Decreto Liberalizzazioni, il noleggio della barca tra privati diventa legge

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Il noleggio della barca tra privati è diventato legge a tutti gli effetti. “Chiudere la stalla dopo che i buoni sono scappati è perfettamente utile”. Parafrasando, paradossalmente, questo antico proverbio mi viene da pensare che i ministri di questo “Governo Tecnico” dovrebbero tornare sui banchi di scuola a capire come gira il mondo reale anziché le studiare solo teorie keynesiane da applicare nel decreto cosiddetto “liberalizzazioni”.

E’ sorprendente vedere l’ignoranza del Premier Monti e dei suoi accoliti in materia di nautica da diporto, un comparto che sino a qualche mese fa era il fiore all’occhiello dell’industria italiana, mentre oggi viaggia sull’orlo di un baratro.

Dopo avere fatto scappare centinaia di clienti esteri ed italiani imponendo una tassa di stazionamento su tutte le imbarcazioni oltre i dieci metri e creando di fatto il deserto nei porti e nelle marine dello stivale, oggi, al contrario, si vuole liberalizzare tutto anche il noleggio delle  barche tra i privati, innescando così dei meccanismi tanto perversi che porteranno al naufragio economico di tantissime società di charter regolari.

In sostanza il decreto liberalizzazioni prevede che ogni possessore di una imbarcazione da diporto con lunghezza superiore ai dieci metri, possa noleggiare la propria barca ad un privato senza possedere nessuna struttura o titoli abilitativi se non la classica patente nautica e di fatto facendo una concorrenza spietata alle società di charter regolarmente costituite.

In primo luogo non si capisce perché le imbarcazioni devono essere superiori ai dieci metri e poi perché creare una concorrenza sleale con chi professionalmente esercita un mestiere ed ha investito soldi è capitale umano?

Mi sembra che il Governo con questo decreto liberalizzazioni cerchi di rimediare ai propri errori attuando una sorta di “tana libera tutti” che suona pressappoco così: “io ti tasso ma tu puoi noleggiare la tua barca a chi vuoi così recuperi dell’entrate economiche”.

Le uniche formalità da sbrigare per esercitare questa attività sono la sola comunicazione all’Agenzia dell’Entrate o alla Capitaneria di Porto e poi via a vele spiegate. Anche la tassazione è favorevole, infatti se dal noleggio non si ricavano più di 30.000 euro l’anno, o meglio a stagione, si può optare per la tassazione forfettaria così da pagare solo un 20 % del reddito che non sarà cumulabile con quello derivante da altre attività.

Già mi vedo flotte di imbarcazioni, anche di 20 anni ed oltre, proporsi a prezzi stracciati per il noleggio settimanale o anche di 15 gg a meno di mille euro tutto compreso. Se fate due conti ne vale la pena comprarsi una piccola barca da11 metridi vent’anni e poi noleggiarla.

Se io pago 40 mila euro per l’acquisto di una barca e posso incassarne 6/7 mila l’anno la rendita è certamente vantaggiosa e tutto discapito delle flotte charter che di solito utilizzano barche nuove e super accessoriate. Una sorta di Low Cost della nautica che certamente provocherà seri problemi a tutto il comparto del charter e del noleggio in generale.

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