Gli alberi di “pasta frolla” della Volvo Ocean Race, perché si rompono?

Quest’edizione della Volvo Ocean Race passerà sicuramente alla storia per i suoi incidenti. Ben 2 delle 6 imbarcazioni in gara, infatti, hanno disalberato e mi riferisco ad Abu Dhabi e a Puma. La cosa non è passata inosservata tra gli addetti ai lavori, anche perché i costosi alberi in carbonio dei VOR 70 sono venuti giù come pasta frolla, nonostante le condizioni meteomarine non fossero estreme. Come mai?

Il vento, infatti, in entrambi i casi, era sui 25-30 nodi con onda sui 3 metri, normale amministrazione per scafi progettati per affrontare un giro del mondo di 9 mesi in mare come la Volvo Ocean Race, tuttavia, quest’anno gli alberi sono andati letteralmente in pezzi e un rigger, che ha preferito restare anonimo, ha fatto sentire la sua voce.

Gli alberi, infatti, nonostante le dichiarazioni ufficiali, sono caduti senza che ci sia stata alcuna rottura di sartiame, crocette, arridatoi, attacchi delle lande o di stralli. Secondo il rigger, la causa è da ricercare nell’eccessiva rigidità del complesso albero/sartiame/scafo, completamente in carbonio. Si tratta di un materiale notoriamente rigido e resistente, e se questo può essere un essere un pregio dal punto di vista delle performance, non permette lo scarico delle forze in sovraccarico sulle attrezzature, che è assolutamente necessario, altrimenti primo o poi qualcosa cede ed inevitabilmente si rompe.

I fatti sembrano dare ragione al rigger. Del resto, una barca realizzata in carbonio, dalla testa ai piedi, sarà anche leggera e veloce, persino eccezionale dal punto di vista delle prestazioni, tuttavia i progettisti dell’attrezzatura velica farebbero bene a non dimenticare che prendere male un’onda può capitare anche al più bravo dei timonieri… e non è possibile che una botta possa bastare a far cadere un albero ultrasofisticato come un grissino. Come giustamente fa notare il rigger, con con sartiame del buon vecchio acciaio, più pesante e più elastico, gli alberi di Puma e Abu Dhabi non sarebbero caduti.

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2 commenti su “Gli alberi di “pasta frolla” della Volvo Ocean Race, perché si rompono?”

  1. Nella realtà non è che il carbonio di per se è rigido…la sua “rigidità” dipende dal tipo di lavorazione…infatti se pensi che tutte le canne da pesca sono fatte in carbonio ed al tempo stesso hanno delle proprietà di torsione, allungamento e flessione incredibili ti fa capiere che nel caso degli alberi c’è sicuramente un difetto di costruzione e progettazione. Non credo neanche che se sostituisci il sartiame in cambonio con quello in tondino ciò possa far cambiare di molto le cose. Il fatto è che se utilizzi alberi “super leggeri” per risparmiare 50 o 100 kg rischi sicuramente di più di incappare in rotture!!! Il tutto per la competizione estrema…

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    • Sul difetto di progettazione ho molti dubbi, anche perché so con certezza che l’abero di Abu Dhabi e quello di Puma non sono stati prodotti dalla stessa azienda e questo dettaglio mi insospettisce alquanto. Credo più semplicemente che alleggerire gli alberi, risparmiando anche 100 kg, non sia forse una mossa azzeccata anche perché le condizioni della Volvo sono storicamente estreme. Insomma, I vor 70 con i loro alberi ultrasofisticati saranno pure belli, ma non ballano 😉

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