Beneteau Oceanis 58, un salto nel buio?

Oceanis 58

A vederlo ormeggiato in banchina di poppa sembra più un First da regata che un classico Beneteau della linea Oceanis. Il baglio massimo arretrato con poppa aperta e doppia timoneria le danno decisamente una impostazione “corsaiola” , più che una da macina miglia oceanica, come dovrebbe trasparire dal nome.

Purtroppo, come già anticipato nei miei precedenti post, la moda contagia tutti e la ricerca continua di innovazione e design porta i progettisti a disegnare barche sempre più simili e senza anima od impronta stilistica differenziata.

Sarà la crisi mondiale, saranno i nuovi criteri di vendita, imposti da “super manager” che, sono convinto, in barca non ci siano mai stati e che pensano di proporre barche sempre nuove, invece di rivedere quella già in linee e correggerne i difetti, sta di fatto che il risultato è questo: omologazione tout court.

Queste logiche di marketing sfrenato, volte quasi ad imitare le strategie di vendita delle case automobilistiche, stanno creando serie difficoltà di sopravvivenza anche ai cantieri più blasonati.

Certo se la moda è quella di costruire barche che poi restano ormeggiate in porto per 11 mesi all’anno, va bene, allora si può accettare ogni compromesso, tanto lo scopo non è varare barche a vela ma “case galleggianti” per il diporto nautico. Non vorrei sembrare troppo draconiano nelle mie affermazioni, ma  chi va seriamente per mare sa cosa vuol dire poter contare su un “guscio” ben concepito e funzionale, che gli permetta di fare molte miglia senza dover ammazzarsi di fatica per stare al timone, sia di giorno che di notte ed in qualsiasi condizione di tempo e mare.

Ritornando all’Oceanis 58 , di recente varo, mi chiedo perché i progettisti abbiano optato per una soluzione così poco funzionale come progettare un roll-bar, su cui vi è il doppio bozzello della  scotta della randa e che poggia sulla tuga, proprio davanti alla timoneria. Hanno mai provato lor signori a farsi, che sò, 300/400 miglia, con mare formato e scarsa visibilità, timonando  da poppa con un catafalco del genere che impedisce gran parte della visibilità sia a dritta che a sinistra? Se poi magari ci aggiungiamo un bellissimo Sparyhood, super confortevole e di tendenza, il gioco è fatto e non si vedrà più nulla, neanche durante una giornata di pieno sole.

Certo a livello stilistico il tutto è molto accattivante agli occhi del profano o del navigatore da week-end, che di nautica ne capisce poco e di vela ancor meno, che poi però si trova nelle peste quando deve farsi, magari solo 20 miglia, per rientrare in porto con il mare in burrasca, solo perché non ha ascoltato i bollettini meteo mentre era intento a prendere il sole.

Non avendo provato la barca non posso dare  un giudizio completo sull’insieme, dato che le mie considerazioni sono del tutto personali e derivano esclusivamente dalla mia esperienza professionale e tecnica, però resto convinto che il mio primo giudizio, espresso a sulle incongruenze riscontrate a  “vista d’occhio”, non sarà smentito a breve.

Mi rammarico solo del fatto che il progetto del nuovo 58 piedi della casa Francese poteva e doveva rimanere più affine alla tradizione nautica e marinaresca, che da sempre esprime un cantiere come Beneteau, senza lanciarsi in unsalto nel buio” dall’esito quanto mai incerto.

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