33° American’s Cup, per ora timonano solo i “lawyers”

Alinghi 2009

Il 27 ottobre è arrivata l’ennesima sconfitta per il team Alinghi ed il suo “boss”, l’italo-svizzero Ernesto Bertarelli, dalla Corte Suprema di New York che ha accolto la richiesta dello sfidante statunitense Bmw-Oracle.

Secondo la Corte, la scelta della località di Ras al Khaimah, non rispetta il Deed of Gift, il principale corpus regolamentare dell’America’s Cup, in quanto questo vieta di tenere regate a febbraio nell’emisfero Nord. Anche se un altro giudice (Cahn) aveva deliberato in una precedente sentenza che il match si sarebbe potuto disputare “a Valencia o in un’altra località” a febbraio 2010.Ormai non si contano più le carte bollate ed i ricorsi che sono piovuti sulla scrivania del cancelliere della corte newyorkese, riguardanti questa competizione “sportiva” che ha visto più avvocati avvicendarsi a colpi d’istanze che gli skipper  ingaggiarsi in virate e strambate.

Dopo questa sentenza, tutto torna in alto mare e non si sa quando questa sfida si potrà tenere anche se gli Elvetici sono già pronti a ritornare a Valencia nella prossima primavera/estate.

Questa è una decisione deludente dal momento che nel Maggio 2008 la sentenza del giudice Cahn consentiva al defender di scegliere Valencia o un’altra qualsiasi località” ha dichiarato Lucien Masmejan, avvocato della Société Nautique de Genève (SNG). “Ras Al Khaimah ha speso tempo e fatto sforzi eccezionali nel progetto della 33° America’s Cup. Lo ringraziamo e ci scusiamo per questa inaspettata sentenza della Corte di New York.

Tutto questo è frutto dalla decisione, fortemente voluta da Alinghi e dalla AC Management di Bertarelli, di scegliere, come unico rappresentante dei Challenger, il team Spagnolo Desafio già all’indomani della vittoria nella 32° American’s Cup. La decisione provocò una serie di reazioni  tra gli sfidanti ed in particolare di Larry Ellison, patron di BMW-Oracle, che impugnò il protocollo stilato tra Alinghi e Desafio davanti alla Corte di New York unica deputata ad interpretare Deed of Gift , stilato ormai nel lontano 1887 e per molti versi diventato obsoleto.

Il significato della competizione velica era già passato in secondo piano l’indomani della fine della precedente competizione, visto che molti accusavano Bertarelli di aver fatto della Coppa America il suo personale giocatollo. Qualcuno ipotizzava che l’indotto generato dalla coppa fruttasse un bel po’ di soldi, visto che la regione valenciana, avrebbe assicurato ad A.C. Management oltre 115 milioni di euro e la possibilità di effettuare operazioni edilizie nella zona dedicata ai team nell’area portuale.

Alla fine la regata si terrà, non sappiano né dove né quando, ma sicuramente non possiamo aspettarci una vera competizione sportiva e leale, come doveva essere nello spirito originario della prima Coppa America, date le premesse e le continue decisioni giudiziarie, speriamo solo che al timone od alla tattica non ci siano ancora i  lawyers dei team, che invece di cercare la rotta giusta tra le onde ed il vento vadano a “stambare” nelle aule di tribunale.

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